LA PILA DI PILUDU


Editoriale del 15 ottobre 2014

Un mese fa, vittima di numerose generazioni di tarli, lo scaffale 12 della terza sala si è schiantato a terra. Nella caduta ha trascinato giù le memorie di una cinquantina di accademici perduti; tutte già lette, tranne quella di Milo Piludu, con i sigilli di piombo ancora intatti. Consegnata nel 1580, la si sarebbe dovuta aprire nel 1680, ma ciò non era avvenuto; incomprensibile e imperdonabile disguido a cui dovevo porre rimedio. Immediatamente, ho comunicato agli altri accademici l’ora e la data dell’apertura dei sigilli e li ho invitati a partecipare. Nessuno ha dato la disponibilità, così ho proceduto da solo. Di notte e a lume di candela (come vuole la tradizione), ho rotto i sigilli al plico consegnato più di quattrocento anni fa. Integrando il mio modesto
spagnolo con un buon dizionario ho tradotto la biografia di Piludu; era accompagnata da numerosi disegni, allegati per provare il suo valore di scienziato. Idraulica, anatomia, meccanica, ittiologia, balistica, …
C’era di tutto. In particolare, un disegno ha catturato la mia attenzione: una colonna di dischetti di due diversi metalli, sovrapposti e alternati, separati da feltrini imbevuti di succo di limone. Piludu aveva inventato la pila elettrica due secoli prima di Alessandro Volta. Piludu era un genio destinato all’Oblio; forse uno di tanti.

Carlo M.G.Pettinau
(Archivista dell’Oblio)

COGLI L’ATTIMO

 

da Io, Agata e tu (1970) un programma tv condotto da Nino Ferrer, Nino Taranto, Raffaella Carrà

« Archivio »

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA