La Sala del Calamaro è una biblioteca tematica interamente dedicata ai mostri marini dell’Oceano Atlantico. Il nome viene dal grande mosaico a pavimento che rappresenta un calamaro gigante nell’atto di stritolare un galeone spagnolo. Una porta incorniciata in elegante stile ionico dà accesso alla Sala della Mappa: una raccolta di carte geografiche di diverse epoche, tutte dell’Oceano Atlantico. A terra un mosaico dello stesso mare com’era conosciuto a metà del ’500; e un’altra porta dalla ricca cornice: l’accesso alla Sala delle Civiltà Atlantiche. E così via, in una batteria di sedici sale, tutte con mosaico e porta, tutte piene di volumi e reperti dedicati allo stesso mare tranne una: apparentemente senza tema perché vuota. Il suo mosaico a terra rappresenta una porta murata, la stessa porta murata presente su una delle sue pareti. Al di là di questa parete, conoscendo la pianta dell’Archivio, posso escludere l’esistenza di ambienti conosciuti. La porta invita ad andare oltre e, nello stesso tempo, ne preclude l’accesso: una chiara metafora dell’Atlantico, per millenni inviolata frontiera dell’ignoto, fonte ispiratrice di sogni, speranze e paure.
Con pochi colpi di piccone potrei allargare i confini materiali dell’Archivio, ma perderei gli infiniti luoghi che posso immaginare oltre quella porta: un giardino di fiori neri; l’interno della grotta di Alì Babà; un cielo pieno di mongolfiere; un cimitero di mammut; una copia speculare dell’Archivio dell’Oblio; il labirinto del minotauro; un castello di cioccolato; …
Cristoforo Colombo mi perdoni: non abbatterò quella porta.
Carlo M.G.Pettinau
(Archivista dell’Oblio)
COGLI L’ATTIMO
da Dietro la porta chiusa (1947) diretto da Fritz Lang