Ricostruire la storia passata, senza testimonianze scritte, non è facile. Poniamo il caso che si debba parlare fra 2000 anni di storia sarda antica, in base solo a certi rinvenimenti. Tutti i documenti sono spariti, per via delle scie chimiche, poniamo.
I futuri archeolog(h)i, (nel caso sparisca anche la acca), troverebbero tracce di armi varie, disseminati in aree molto belle. Come non se ne trovano in altre regioni.
Sarebbero indotti a confezionare le ipotesi più fantasiose: che Perdasdefogu fosse la, o una sorta di, capitale, della guerra soprattutto, come indica il suo nome bellico.
Che la Sardegna fosse un tempo una grande potenza militare vista la dovizia e la varietà del suo arsenale.
Che fosse molto ambita come terra da conquistare, forse perché aveva la Saras e il Billionaire.
Che fosse uno stato belligerante per carattere dei suoi abitanti, molto permalosi. Questo si sa per certo.
I luoghi dove queste armi saranno rinvenute farebbe pensare che venisse assalita via mare, via aria e via terra.
Via mare come è dimostrato dalle spiagge di Teulada, dalla bellezza contaminata, e via terra come è dimostrato dalla grande arteria della 131 che presenta buche e rifacimenti che non possono essere che dovuti a battaglie continue, distruzioni e rifacimenti, vere e proprie battaglie itineranti.
I sardi, con a capo un certo Aga Khan e il conte Donà delle Rose si ritirarono nella Gallura, dove c’era un’enclave di continentali arrivati in Sardegna in cerca di fortuna.
Come sarà potuta diventare pericolosa una piccola isola? La dotazione di armi atomiche. Quando mai si penserà che ce le abbiano depositate gli altri, per di più ad insaputa dei sardi.
Incasinerà ancora di più il ritrovamento dell’uranio. Specie quello impoverito, ben diverso da quello arricchito che si trova nei paesi evoluti.
Risulterà difficile pensare che un popolo possa avere permesso una tale occupazione bellica diciamo.
Non sanno che molti sono favorevoli, perché le basi portano ricchezza, e anche spettacolo. Ma vuoi mettere un bello sbarco di mezzi anfibi, o anche interi, sulle dune di Sant’Anna Arresi, che già nel nome contiene l’esito di una vittoria altrui?
Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)
le basi portano ricchezza, e anche spettacolo. Ma vuoi mettere un bello sbarco di mezzi anfibi, o anche interi, sulle dune di Sant’Anna Arresi, che già nel nome contiene l’esito di una vittoria altrui? (da LA STORIA SENZA DOCUMENTI CERTI – Editoriale di Nino Nonnis)