Chi rimprovera ai propri figli di trascorrere troppe ore collegati a Internet, visiti il sito di Ari Kivikangas, un quarantottenne finlandese che ha deciso di trasmettere su un canale online l’intera sua esistenza. Malato di epilessia, perciò esentato dal lavoro e costretto a rimanere in casa, da cinque anni riprende ogni secondo delle sue giornate (e delle sue nottate) con una telecamera e lo manda in diretta sulla rete. Sovrapponendo la realtà e la sua rappresentazione, ha risolto il dissidio tra verità e fiction, tra vita naturale e Second Life, facendole combaciare perfettamente, 24 ore su 24, in un’unica First Life che fonde vissuto e virtuale. Non a caso ha chiamato il suo canale Cyberman. In Finlandia è diventato per alcuni l’eroe del web, per altri un citrullo, emblema vivente (vivente?) dei danni che la tecnologia moderna può causare. Portato ad esempio come babau per i giovani che si fanno risucchiare la vita e il tempo da Facebook, Google, Twitter e compagnia digitante: “Attento che diventi come Kivikangas!”. Nelle interviste, Ari afferma che non gli importa quello che gli altri pensano di lui, che gli piace molto “The Truman show” e che, se non avesse avuto l’idea della vita in diretta, a quest’ora sarebbe morto. Infatti, nel febbraio 2014, fu colto da un malore mentre era solo in casa: uno dei tanti fedelissimi del suo sito, che ne hanno fatto il loro beniamino per l’autenticità del suo “essere reale”, lo vide svenuto e chiamò l’ospedale, permettendo agli infermieri di soccorrerlo. “E’ un dato di fatto che, se non avessi avuto la webcam puntata su di me, sarei morto di sicuro. I dottori pensano che se non avessi avuto soccorso immediato, sarei morto”. A chi lo accusa di non vivere per consegnarsi al web, Ari risponde che al contrario è vivo proprio perché si è consegnato al web. Aggiunge di amare la compagnia del prossimo, di essere un tipo socievole e di vivere in modo divertente e appagante. A vederlo sul suo sito, non ce la sentiamo di dargli torto: divo del virtuale, assurto a notorietà mondiale, avrebbe avuto senz’altro minori chance nel bar sotto casa. Pur poco titolati a dare giudizi sulla bellezza maschile e per niente maligni, dobbiamo ammettere che Brad Pitt è un’altra cosa.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
un mix di immagini dalla vita di Ari Kivikangas, Cyberman