Era martedì 12 marzo del 1737 quando Anton Francesco Gori amputò il dito medio alla mano destra del cadavere di Galileo Galilei. Non fu un gesto di disprezzo ma di ammirazione. Il mandante dell’operazione era infatti Vincenzo Viviani, l’ultimo discepolo del grande fisico, astronomo, filosofo e matematico toscano. Dopo essere stato ospitato in vari siti adesso quel dito è a Firenze, nel Museo di Fisica e Storia Naturale, e si eleva verso il cielo custodito in una preziosa urna d’arte sulla cui base marmorea è immortalata un’iscrizione celebrativa di Tommaso Perelli che, tradotta dal latino, comincia con queste parole: “È questi il dito, onde la mano illustre del ciel scorse segnando i spazi immensi e nuovi spazi additò…”
Ebbene, in questi tempi d’iconoclastia, la fluttuante città-stato di Aristan, con la benedizione della sindaca Cristina Bocchetta, mantenendo fede alla sua natura costruens si sta impegnando per la realizzazione di un piccolo monumento destinato a conservare la falange dell’alluce destro del poeta Nino Nonnis, amputata martedì 2 giugno scorso dal chirurgo dottor Efisio Olianas. Come il medio di Galileo (con un vago sospetto di sberleffo verso gli inquisitori che lo condannarono) si staglia verso il cielo, così l’alluce di Nino Nonnis sarà rivolto verso quella Terra che, come lui ha cantato, ospitò il bar Ragno e le donne tutte d’un pezzo.
Al progetto sta già lavorando il neurologo-scultore-pittore Pietro Serra. Il monumentino entro l’anno verrà collocato in un luogo importante che stiamo definendo. Vi terremo informati.
Filippo Martinez (Fan di Nino Nonnis)
“Era martedì 12 marzo del 1737 quando Anton Francesco Gori amputò il dito medio alla mano destra del cadavere di Galileo Galilei. Non fu un gesto di disprezzo ma di ammirazione. Il mandante dell’operazione era infatti Vincenzo Viviani, l’ultimo discepolo del grande fisico, astronomo, filosofo e matematico toscano.”
Da L’ALLUCE DESTRO DI NINO NONNIS – Editoriale di Filippo Martinez (Fan di Nino Nonnis)
