Forse questo non sarà un editoriale popolare, ma una piccola verità va scritta. Escluso il Cuore delle Madri di cui abbiamo detto la scorsa settimana, cosa ne facciamo di tutti gli altri, che pure battono, palpitano e incessantemente aspirano all’Amore assoluto? Si tratta, come sempre, di scelte ma, una volta tanto, non di farle o di subirle, ma di capirle. La stragrande maggioranza degli esseri umani deve accontentarsi di varie forme di amore parziale pur essendo convinti – quasi tutti – che l’amore invece, proprio perché tale, debba essere assoluto e infinito. Eppure, chiedete in giro, non ne sono sicuri i fratelli e le sorelle, neppure i padri e le madri e tantomeno gli amici, gli sposi o gli amanti. Da dove verrà mai questa leggenda popolare che porta molti a credere che l’amore perché sia vero debba essere unico ed esclusivo? La forma naturale dell’amore è probabilmente parziale (ovvero assoluto a momenti) perché se investissimo il 100% delle nostre attenzioni su qualcun altro/a non avremo, dopo breve tempo, niente di nuovo da condividere. E allora si che, certamente, l’amore finirebbe come, infatti, con queste premesse finisce quasi sempre, quando invece, potrebbe e dovrebbe continuare. Basterebbe forse smettere di credere, o di voler accettare, quelle che si percepiscono come delle “condizioni necessarie” per essere amati. Per capire quanto vale davvero questo sentimento così forte anche quando e’ parziale, bisognerebbe invece valutare obiettivamente quale considerazione e importanza hanno le richieste emotive che vengono esaudite pure se considerate ingiuste o talvolta, persino, dannose. Se questo accade e magari accade per anni, non ci si può davvero sentire amati in modo parziale, quanto piuttosto ci si dovrebbe sentire parte di uno schema affettivo ben più grande al quale abbandonarsi con fiducia e serenità per riuscire a riconoscere finalmente la reale consistenza della felicità, quella che sta sempre e solo nell’amore certamente non parziale che dovremmo provare, prima di tutto, verso noi stessi.
Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Il mandolino del capitano Corelli (2001) diretto da John Madden, tratto dall’omonimo romanzo di Louis de Bernières. Con Penelope Cruz, John Hurt