UN LAMPO DI BELLEZZA


Editoriale del 15 luglio 2012

Nell’anno 1710 l’Archivio acquisì la donazione dell’Accademico Giorgio Fais, pittore e alchimista: un grande cofano d’argento cesellato, brunito da tre secoli di ossidazione, chiuso con sigilli di piombo ancora intatti. La preziosa scatola è accompagnata dal protocollo in entrata redatto dall’Archivista Luigi Martinez, che ne descrive il contenuto: cinque tavole lignee mirabilmente dipinte dall’Accademico Fais con speciali colori, chiuse in mia presenza nel cofano che ho provveduto a sigillare.
Segue una breve descrizione della qualità dei colori usati, miscelati dal Fais con un olio di sua invenzione che, dopo alcuni mesi di maturazione al buio, renderebbe i colori instabili alla luce. Se si aprisse lo scrigno d’argento, i dipinti si vedrebbero solo per un istante, e poi sarebbero bruciati dalla luce. Un lampo di bellezza, quindi l’oblio.
Sul valore artistico delle cinque tavole non ho dubbi; mi basta la testimonianza del Martinez, uno che se ne intendeva: collezionista d’arte, aveva donato all’Archivio dieci dipinti di grande valore, tra cui un Velàzquez.
Sull’argento del cofano è incisa una scritta: “Da aprire solo se si è sicuri di apprezzarne il contenuto” . Credo che saprei apprezzare, però ho deciso di non rompere i sigilli.
 
Carlo M.G. Pettinau
(Archivista dell’Oblio)
 

COGLI L’ATTIMO

 

da La maledizione del forziere fantasma (2006) regia di Gore Verbinski, con Johnny Depp

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