Sarà per consolarci dalle decine di pagine lette in questi giorni sulla tragedia parigina e la sua appendice in Mali o perché siamo maniacalmente ghiotti di notizie. Ma l’antidoto migliore per l’assurda minaccia di morte che incombe sul mondo è quello di cercare sui giornali notizie che confermano omeopaticamente l’assurdità dell’esistenza, declinata però nel buffo e nel grottesco. Ne abbiamo trovate almeno due su cui meditare. La prima arriva da una fonte accademica seria, per non dire seriosa, la rivista “Psychological Science”, sulla quale Geoff Cole e Allen Wilkins, docenti di psicanalisi dell’Università dell’Essex, vergano un poderoso saggio sulla tripofobia. Che sarebbe la paura dei buchi, malattia ufficialmente riconosciuta dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. I due cervelloni, non avendo di meglio da fare, hanno mostrato 76 foto di buchi a varie centinaia di persone, che, in gran maggioranza, ne avrebbero ricavato una sensazione sgradevole. Pensa che ti ripensa, studia e ristudia, i luminari sono arrivati alla conclusione che i buchi spaventano perché ricordano ferite o malattie, carne mangiata dai vermi e dalle mosche o delizie simili. L’altra notizia arriva dal Giappone, dove un trentenne è rimasto per 5 ore sotto le grate di un tombino per fotografare le donne con le gonne che passavano di lì, evidentemente attratto dall’unico buco che, almeno per i maschi, esclude ogni rischio di tripofobia. Più modestamente, Tinto Brass aveva difeso, qualche anno fa, il ponte veneziano di Calatrava (criticato da tanti) perché le scale trasparenti gli permettevano, stando tranquillo sotto il ponte, di godere del medesimo panorama immortalato dal giapponese nel tombino. A differenza di Tinto, il fotografo però è stato denunciato e arrestato. Agli agenti che lo portavano via, ha dichiarato che vorrebbe reincarnarsi in un pavimento. Colpo d’ala fantasticamente visionario, che conferma la potenza di una vocazione autentica e irrefrenabile, ma anche ci conforta, mettendo in luce il lato umano dell’assurdo che presiede le nostre vite.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, 1955) diretto da Billy Wilder. Con Marilyn Monroe e Tom Ewell