L'ETERNO ROBOT DONA LORO, O SIGNORE


Editoriale del 19 settembre 2017

La disoccupazione provocata dalla tecnologia è uno degli argomenti più dibattuti da un ventennio sulla stampa di tutto il mondo. Del problema me ne sono accorto anch’io quando ho visto i caselli autostradali prima occupati da impiegati che magari si annoiavano a morte ma ricevevano uno stipendio mensile, poi sostituiti da macchinette mangiasoldi con voce metallica che ti dice arrivederci. Osservando solo lo schieramento imponente dei caselli di Roma e Milano, moltiplicandoli per i turni di alternanza, si potrebbe calcolare il numero enorme dei disoccupati locali. Del resto, per stare al casello non ci vuole un genio e l’evoluzione tecnologica ha semplificato tutto, facendo svolgere compiti ex-umani a computer e robot. Le pagine dei giornali fanno a gara nell’elencare tutti i mestieri destinati a scomparire nei prossimi decenni. Eppure, al solito, la realtà supera ogni previsione e il Giappone supera anche la realtà. La nipponica Soft Bank Robotics ha infatti creato Pepper, un robot umanoide capace di identificare il prossimo con un software di riconoscimento facciale, di dare informazioni e chiacchierare con i clienti. Due anni fa hanno cominciato a fargli servire il sushi nei bar, poi ha brillantemente soppiantato gli impiegati di banca e quest’anno lo potete trovare alle reception degli alberghi. Eliminati dunque anche i camerieri. Da questa estate Pepper ha preso perfino i voti, sostituendo il prete durante i funerali. L’idea è venuta alla Nissei Eco, una società di imprese funebri, che ha chiesto e ottenuto il brevetto per vestire di abiti sacerdotali buddisti l’eclettico robot e lo ha messo sul mercato delle esequie a un quarto del costo del prete umano. Pur esponendo amici e parenti inconsolabili al rischio di sganasciarsi dalle risate durante la mesta cerimonia, il prodotto ha avuto un clamoroso successo e l’iniziativa ha scombussolato il commercio delle pompe funebri giapponesi. Solo pochi anni fa i popoli civilizzati schernivano i primitivi che rifiutavano di farsi fotografare, temendo che la foto rubasse la loro anima. Ora ci siamo talmente civilizzati da affidare la nostra anima, nel momento supremo dell’addio, al prete robot. Di certo senz’anima, ma a buon prezzo.

FABIO CANESSA
Preside del Liceo Olistico Quijote

Da questa estate Pepper ha preso perfino i voti, sostituendo il prete durante i funerali.(da L’ETERNO ROBOT DONA LORO, O SIGNORE, editoriale di Fabio Canessa)

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