LEZIONI DI DROGA


Editoriale del 23 febbraio 2021

Nel cuore dell’isola di Saint Louis, una buia sera del dicembre 1845, Théophile Gautier, vestito con un vecchio frac, si accosta con la sua carrozza al palazzo Pimodan del numero 17 di Quai d’Anjou. Nebbia sulla Senna, selciato bagnato di pioggia che riflette le luci dei lampioni, una rude tramontana e poi la testa di una vecchia portiera si affaccia al tremolio della candela e immette il visitatore fra pareti tappezzate di quadri, soffitti affrescati e statue che sembrano trafugate dai giardini di Versailles. Dopo un assaggio di hashish, comincia una cena deformata da allucinazioni del gusto e della vista. I sapori si mescolano come neanche a casa di Trimalcione: l’acqua sa di vino e la carne di lamponi, i volti dei commensali si alterano con effetti grotteschi, le teste sembrano staccarsi dai corpi e tutti i fenomeni appaiono “decuplicati, centuplicati di potenza”. L’ebbrezza tossica scioglie l’anima dal corpo, la propria immagine si riflette mostruosa allo specchio, lo spazio e il tempo si dilatano all’infinito e un senso di pesantezza blocca le articolazioni. Arriva allora Daucus Carota, il personaggio di un racconto fantastico di Hoffmann, e invita tutti a “morire dal ridere”, poi si celebra il funerale del Tempo, si constata il blocco degli orologi e si sfolla con ordine fra le interminabili scalinate del salone. Il ritorno a casa segna il ripristino della lucidità. Consigliamo a tutti gli studenti del Liceo Quijote la lettura di “Hashish” (edito da Passigli), questo libro scandaloso in cui Gautier trasforma l’esperienza della droga in un sofisticato racconto d’atmosfera nel quale si narrano gli effetti allucinogeni di quella “marmellata verde” mangiata (non fumata) dagli intellettuali parigini che posavano da dandies nella Parigi dell’Ottocento. Questo perché un sociologo fiorentino ha scritto su Repubblica che in un questionario molti ragazzi hanno dichiarato di avere cominciato a drogarsi dopo che la scuola li aveva sottoposti a un numero esorbitante di lezioni, corsi, incontri, video, seminari e prediche varie contro la droga. Insomma, a forza di sentirne parlare come fosse il diavolo con toni retoricamente allarmisti, incuriositi si sono detti: “se genitori e prof la fanno così lunga, dev’essere una cosa buona, quasi quasi la provo”. Il vero deterrente sarà invece il libro di Gautier, che esalta i paradisi artificiali come necessario presupposto delle “corrispondenze” baudelairiane e benzina ispiratrice della grande letteratura, perché, dal momento in cui i giovani sentiranno puzzo di scuola, l’hashish per loro sarà seducente come il vocabolario di latino.

Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote ad Aristan)

“L’acqua sa di vino e la carne di lamponi, i volti dei commensali si alterano con effetti grotteschi, le teste sembrano staccarsi dai corpi e tutti i fenomeni appaiono decuplicati, centuplicati di potenza.”
Da LEZIONI DI DROGA – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote ad Aristan)

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