LO SCHERZO DA PRETE DEI CONFINI


Editoriale del 8 aprile 2020

La migliore risposta a chi ritiene i confini “sacri e inviolabili” e si riferisce a essi per costruire la propria retorica basata su un’intangibile identità nazionale, garantita dalle linee di demarcazione che ci distinguerebbero in modo indiscutibile dagli altri Stati e popoli, l’ha data la natura.

Tutto nasce dal “confine mobile” tra Italia e Svizzera previsto da un accordo bilaterale del 2009, che ha preso atto della necessità di far coincidere il confine con la linea di cresta emersa per lo scioglimento dei ghiacciai. Il diagramma che segue mostra chiaramente ciò che è accaduto nella regione di Zermatt. Dal 1940 al 2000 la linea spartiacque situata sulla roccia è arretrata di un tratto compreso tra i 100 e i 150 metri: si è così dovuto prendere atto del fatto l’italianissimo rifugio Guide del Cervino, a 3.480 metri sul Plateau Rosà, è finito per tre quarti in territorio elvetico. Pensateci: un pezzetto del nostro paese finito nelle fauci della Svizzera non in seguito a una guerra o a un’aggressiva politica di annessione, ma per un beffardo scherzo di eventi fisici! Al di là del caso specifico e degli spiacevoli grattacapi che esso provoca non ho potuto fare a meno di accogliere questa notizia con un sorriso perché nel 1997 ho pubblicato un libro, intitolato ‘Epistemologia del confine’, nel quale sostenevo che i confini sono mobili e che sono fatti per essere attraversati, in quanto più che una barriera fatta per bloccare l’uomo e proibirgli di andare al di là costituiscono per lui una costante sfida da superare. Valutazione ribadita l’estate scorsa, dall’alto della Stazione Spaziale Internazionale da lui guidata, dall’astronauta italiano Luca Parmitano, il quale ha voluto ribattezzare la sua missione Beyond, cioè “Oltre”, motivando questa sua scelta con la convinzione che ad animare non solo ogni attività spaziale, ma anche ogni impresa umana sia ‘la spinta a superare i nostri confini, fisici e mentali’: “Le nostre missioni”, egli ha detto, “non vanno mai considerate un traguardo. Ogni spedizione sulla Stazione Spaziale Internazionale è la tappa di un percorso progressivo e condiviso verso obbiettivi spostati sempre più in là”. Giudizio certamente autorevole: ma che ora a parlare sia la natura in prima persona non è più un’opinione, ma un fatto, duro come la roccia, e certamente indigesto per molti.

Silvano Tagliagambe

(Iconologo di Aristan)

 

Luca Parmitano, il quale ha voluto ribattezzare la sua missione Beyond, cioè “Oltre”, motivando questa sua scelta con la convinzione che ad animare non solo ogni attività spaziale, ma anche ogni impresa umana sia ‘la spinta a superare i nostri confini, fisici e mentali’ (da LO SCHERZO DA PRETE DEI CONFINI – Editoriale di Silvano Tagliagambe)

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