Resta ferma immobile, nel glaciale aspetto di chi tutto ha posseduto. Non degna d’interesse alcun’altra Babilonia che non disturbi le distratte mosse del suo passo silenzioso o di ciò che possa seppure vagamente attraversare il taglio chiuso di uno sguardo verticale che tutto indaga e, con la stessa calma, già dimentica. I suoi simili si atteggiano in questo modo da migliaia di anni. Arrivano non desiderati, vanno via mai uditi. Sono sempre unici, tra vibrisse speculari e lucidi canini e ben oltre la speranza che ci restino accanto, osservano il mondo con fare aristocratico, nitida la lingua e mobile di chi già conosce, di ogni istante, il battito. Persino il vento cede all’amore e all’attenzione, ma non certo chi ritiene siano dovute investiture eterne per sette vite ancora non complete che conferiscono un dominio senza pari tra le fiere. I felini rispondono a un genere lontano, svanito forse nel tempo delle razze di antichi predatori muscolari; magari hanno perduto, voluto scordare, la fatica immane di deludenti corse necessarie per respirare ancora l’indomani. Sono pigri anche se veloci, tutti diversi tra i loro pari. Non sembrano pero’ aver dimenticato la stirpe di cui fanno parte; oltre le artigliate zampe, il magico respiro articolato che sono la loro essenza, tra tutti gli animali conservano il dono del Divino: i Gatti sono gli unici Immortali.
Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Il gatto nero (da E.A. Poe) un episodio de I racconti del mistero e del terrore (1995). Introduce il film Christopher Lee