LUNA


Editoriale del 21 febbraio 2015

Risalito dal labirinto sotterraneo, ho subito trovato un’evidente modifica della realtà originaria. In mezzo al cortile meridionale troneggiava una grande macchina somigliante a una caffettiera; dalle vecchie lamiere arrugginite sporgeva una lunga lancia puntata verso il cielo.
In Archivio ho consultato gli elenchi delle memorie registrate o aperte negli ultimi cento anni. Tutto come ricordavo, a parte la presenza della memoria di un Accademico sconosciuto: Beppe Pistis, scienziato e inventore. Usando l’Archivio come laboratorio, aveva creato un “potenziometro gravitazionale”, una macchina capace di ingigantire la forza di gravità terrestre nei confronti di qualsiasi oggetto avesse colpito con il suo “raggio pesante”. Montata nel cortile meridionale, la macchina riscosse i primi successi abbattendo zanzare, mosche e uccelli che, catturati dal raggio, diventavano di colpo molto più pesanti e quindi incapaci di volare.
Il controllo di una fondamentale forza dell’Universo alterò l’equilibrio mentale di Beppe Pistis che, ubriaco di potere, puntò il raggio della macchina verso la Luna. L’esperimento riuscì: la Luna deviò dalla sua orbita e si avvicinò alla Terra; anche a vista, si poteva notare un leggero aumento di dimensioni. Anno dopo anno, con crescente e farneticante soddisfazione, Pistis registrò il progressivo avvicinamento del satellite, e chiuse la sua memoria quando apparve grande almeno il doppio del normale.
Finita la lettura, sono uscito fuori e ho guardato verso il cielo. Una gigantesca Luna riempiva quasi l’intera volta celeste.
In quella mostruosa realtà il mondo era vicino alla fine.

Carlo M.G.Pettinau
(Archivista dell’Oblio)

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