L'UNIVERSITÀ DI ARISTAN PRESENTA: DA GARCIA LORCA A VASCO ROSSI


Corso di poesia contemporanea, docente Filippo Martinez

L’appuntamento è a CAGLIARI da MERCOLEDÌ 18 APRILE alle 19,15, presso il College Universitario di S. Efisio in via Monsignor Cogoni, traversa di via Cadello.

Alle parole “poesia contemporanea” uno, generalmente, fugge veloce. Figuriamoci se pensa di iscriversi a un Corso! Manco morto. La verità è che, se ci limitiamo a prendere in considerazione la poesia contemporanea che troviamo nei libri, fuggire è la soluzione migliore. I veri poeti “cartacei” sono rari; i più sono gazzosa. Ma non è nei libri che bisogna cercare i poeti di oggi, o meglio: non solo nei libri. Si possono trovare in tutti i campi: nel cinema, nelle canzoni, nella pittura, nel fumetto, nello sport, su Netflix, nella scienza… e anche sui social. La poesia può essere dappertutto. È per tutti. E può rendere la nostra vita più bella. Molto più bella.

L’Università di Aristan ha organizzato un corso di poesia contemporanea in 7 incontri intitolato “Da Garcia Lorca a Vasco Rossi”. Le lezioni  si terranno con cadenza settimanale per 7 settimane, in date da definire (sempre tra il lunedì e il giovedì). Come scritto sopra si comincia alle 19,15 ma le porte saranno aperte delle 18,00 per consentire a tutti di regolarizzare l’iscrizione. Per le informazioni e per le prenotazioni potete scrivere a segreteria.aristan1@gmail.com oppure telefonare al 338 8933196.

Ecco il programma:

 

1 – La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve – MASSIMO TROISI

(La poesia sa infischiarsene dei luoghi deputati: è sempre libera e  sconvolgente)

 

2 – Ascolta come mi batte forte il tuo cuore – WISLAWA SZYMBORSKA

(Tradurre i sentimenti vuol dire, volta per volta, reinventarli)

 

3 – Per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare? – TOTÒ E PEPPINO

(Il futuro e il passato sono abili travestimenti del presente)

 

4 – Visto che tutti gli altri posti erano occupati ci sedemmo dalla parte del torto – B. BRECHT

(Fenomenologia del “diavolo custode”)

 

5 – Gli angeli sanno volare perché si prendono con leggerezza – GILBERT K. CHESTERTON

(La semplicità è complicata)

 

6 – Se si nega ai tremolanti il diritto di tremolare, dove va a finire il mio diritto di non tremolare? – GAETANO SALVEMINI

(Senza l’etica l’umanità non esiste)

 

7 – Piaciuto tutto, capito niente – GIAMPAOLO TALANI (epigrafe sulla sua tomba)

(I guru, spesso, gureggiano)


D’AMORE, DI MORTE E DI TRATTORI 

Editoriale del 16 aprile 2018

La storia di Italo Spinelli rende meno solitaria la mia vecchia idea che vorrebbe la filosofia insegnata fin dalle elementari e indistintamente poi in tutte le scuole superiori fino al diploma. Meccanico dei trattori nello stabilimento FIAT di Modena per una vita, Spinelli si è iscritto alla facoltà di Filosofia di Macerata, laureandosi pochi giorni fa, a 82 anni, con una tesi su Tommaso Moro. A innescare la tardiva febbre per lo studio la morte della moglie, con la quale aveva condiviso l’esistenza per 52 anni. “L’ho fatto perché dovevo capire dove fosse finita l’anima della mia Angela” ha spiegato al Corriere della Sera. “La rivedrò?”, “Abbiamo davvero un’anima?” si è chiesto. La filosofia in Spinelli ha sciolto il vissuto, non è diventata mestiere o vanità: “Aristotele e Platone? Un dualismo che a me ha ricordato quello tra Coppi e Bartali. Bartali, che fu partigiano e salvò gli ebrei, è Platone, un filosofo dalla statura morale più alta di tutti, che metteva la Verità al di sopra di ogni cosa”. L’articolo che riporta la storia di Spinelli è costruito su un principio favolistico, e l’utilitarismo teologico di Pascal, la “scommessa”, gli fa dire: “Conviene avere fede, perché in quel caso almeno ci saremo garantiti la beatitudine. E alla fine credo che sì, una volta chiusi gli occhi per sempre, rivedrò la mia Angela”. Auguro buona fortuna al signor Spinelli. Chi può sapere, e cosa conta. Tante scuole, oltre le parole, corrono come fiumi verso uno stesso mare, un corpo, una memoria, una voce eterni. Scriveva Marx a sua moglie Jenny: “Io mi sento di nuovo un uomo, perchè provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci tutti piccoli, deboli e lamentosi e irresoluti. Ma l’amore non per l’uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l’amore per l’amata, per te, fa dell’uomo nuovamente un uomo”.

 

Luca Foschi

(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

 

“L’ho fatto perché dovevo capire dove fosse finita l’anima della mia Angela” ha spiegato al Corriere della Sera. “La rivedrò?”, “Abbiamo davvero un’anima?” si è chiesto (da D’AMORE, DI MORTE E DI TRATTORI, editoriale di Luca Foschi)

Semo l’anima de li mortacci tua! – da La grande guerra (1959) diretto da Mario Monicelli e interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman

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