L'UOMO DALLO SGUARDO GENTILE


Editoriale del 7 febbraio 2018

Anche il buddismo ha avuto il suo Costantino, e si chiama Ashoka, cioè “senza dolore”.
I miscredenti diffidano delle cronache, come sempre fanno verso chi è migliore di loro.
Ma Ashoka, il senza dolore, detto anche “dallo sguardo gentile” (Piyadassi), dopo aver conquistato l’India e tutto il Sud Asia (come Alessandro Magno: era nato trent’anni dopo la morte di quello, e forse sua madre era di sangue greco), dopo aver unificato il continente indiano, improvvisamente si convertì alla nuova e disprezzata religione eretica. Il buddismo, fino ad allora, era considerato in India un’eresia senza dio, foriera di pazzie monacali.
Secondo i soliti miscredenti lo fece per calcolo e convenienza, come Costantino col cristianesimo. Ma sta di fatto che questo imperatore, il più importante di tutta la storia dell’India e quindi l’equivalente indiano di Cesare, si rifiutò, da allora in poi, di fare del male, anche solo a un piccolo animale: lui che aveva massacrato migliaia di avversari. Scelse la via del Dharma. Spedì missionari del buddismo in tutto il mondo conosciuto, e anche in Occidente. Fu l’inventore del simbolo che oggi è la bandiera indiana, la ruota del Dharma. Proibì la violenza verso uomini e animali, abolì le distinzioni di casta. I suoi “Editti” furono i primi a proclamare la tolleranza religiosa. “Sua Maestà il re santo e grazioso rispetta tutte le religioni, ma desidera che i loro credenti si astengano dall’offendersi a vicenda”.

Gianluigi Sassu (Asiatista di Aristan)

I suoi “Editti” furono i primi a proclamare la tolleranza religiosa. “Sua Maestà il re santo e grazioso rispetta tutte le religioni, ma desidera che i loro credenti si astengano dall’offendersi a vicenda”. (da L’UOMO DALLO SGUARDO GENTILE, editori

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