Il computer è una macchina di Turing, deterministica. L’uomo l’ha forgiata di metallo e silicio ben scolpiti, di modo che seguisse con precisione le istruzioni che i programmatori avevano previsto per lei. Ma qualcosa deve essere andato storto, perché tutti i dispositivi hardware programmati si rifiutano categoricamente di essere prevedibili. Nulla è riproducibile come la prima volta: i sistemi operativi invecchiano come gli organismi viventi, gli errori dei software si verificano erraticamente, specialmente quando vogliamo mostrarli al nostro amico esperto, che ci è venuto in soccorso. Ma soprattutto sono sommamente imprevedibili i file che contengono immagini e suoni: MP3, AVI, MOV… E’ come se la calda materia analogica fosse irriducibile alla digitalizzazione e tentasse di ribellarsi: il contenuto gradualmente prende il sopravvento sulla sua rappresentazione. E’ successo ad Aristan. Dopo che scrupolosi tecnici avevano ripetuto decine di volte la scaletta accade che, al cenno del nostro condottiero Leonida, il filmato parte ma si inceppa per ben due volte. Al terzo tentativo l’arcano è svelato: in quello sfondo velato d’azzurro che sa di felicità perduta, un bambino saltellante ha irreparabilmente sovvertito l’ordine dei bit e mandato in crash decenni di teoria dell’informazione.
Alessandro Chessa
(Econofisico di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da I ragazzi del computer, serie televisiva dei primi anni ’80, conosciuta in Italia anche con il nome di 4 ragazzi X 1 computer. Questa è la sigla