MAIALI ANIMATI


Siamo stati facili profeti a prevedere, qualche settimana fa, che la bufera moralista, dopo il caso Weinstein, era solo all’inizio. Eppure, come al solito, la realtà supera ogni immaginazione. Mentre infuriano le polemiche su Fausto Brizzi, sconcerta la decisione della Warner di distribuire il suo ultimo film, tra un paio di settimane, togliendo dai manifesti e dai titoli di testa il nome del regista. Un’apoteosi dell’ipocrisia e della scemenza o una contorta manovra pubblicitaria? Tutti sanno già che “Poveri ma ricchissimi” è scritto e diretto da Brizzi, dunque che senso ha far uscire il film, sbianchettando il nome? Se pensate che Brizzi sia moralmente censurabile al punto da rimbalzare la sua indegnità sul film, abbiate il coraggio di non distribuirlo e non proiettarlo. Invece non volete rinunciare ai soldi dell’incasso e pensate di salvare la faccia omettendo il nome del regista. Cioè io editore stampo il “Mein Kampf” e ci guadagno sopra, però non scrivo in copertina che l’autore si chiama Adolf Hitler, perché mi imbarazza il suo nome, piuttosto impopolare da una settantina d’anni. Sarà curioso vedere le ospitate televisive natalizie di Christian De Sica ed Enrico Brignano, che dovranno promuovere il cinepanettone stando bene attenti a non nominare mai il loro regista. Come se il film, direbbe Verga, si fosse fatto da solo. Ma quello che meno ci saremmo aspettati è che la crociata anti-mandrilli mietesse vittime nella Disney-Pixar. John Lasseter, il regista di “Toy story” e “Cars”, si è pensionato da solo dopo l’accusa di molestie (stavolta davvero molto soft) di alcune sue collaboratrici, che si sono dette infastidite da qualche abbraccio troppo prolungato e da certi complimenti troppo disinvolti. Di norma, sarebbe robetta, però il clima da caccia al maiale ha reso opportuna l’autosospensione, accompagnata dalle solite scuse. Ma il vero colpo d’ala viene da Sarah Hall, una quarantenne inglese che ha accusato di molestie il principe azzurro della “Bella addormentata nel bosco”: infatti si è permesso di baciare la ragazza durante il sonno, senza il consenso di lei. Sembra una battuta, invece la Hall, incurante del ridicolo, rilascia interviste seriose tuonando contro “una cultura in cui il consenso non è visto come qualcosa di importante”, mentre “narrative come questa” veicolano “un messaggio sottile” per colpa del quale “non cambieremo mai gli atteggiamenti tradizionali nei confronti del comportamento sessuale”. A volerci mettere sul suo stesso piano, trattando la fiction come realtà, le vorremmo spiegare che la Bella era così addormentata da essere morta, e tale sarebbe rimasta senza il bacio del principe. Se potessimo svegliare i morti con un bacio, preferiremmo non farlo perché non abbiamo il consenso? E poi il consenso in quel caso c’è, anche se successivo al bacio. Mi pare che, al risveglio, lei sia contenta a bestia che il principe l’abbia baciata e resuscitata. Se non si è incazzata lei (anzi, addirittura lo sposa), perché se la prende Sarah? E se Gesù avesse resuscitato Lazzaro con un bacio, l’avremmo condannarlo perché mancava il consenso? Qui a mancare è proprio il senso. Forse non hanno torto quei commentatori politici che hanno osservato che il dilagare della moda stucchevole del politicamente corretto abbia provocato, come reazione, l’elezione di un presidente come Donald Trump. Molestatore emerito.

Fabio Canessa
(Preside de Liceo Olistico Quijote)

Forse non hanno torto quei commentatori politici che hanno osservato che il dilagare della moda stucchevole del politicamente corretto abbia provocato, come reazione, l’elezione di un presidente come Donald Trump. Molestatore emerito. (da MAIALI ANIMATI, editoriale di Fabio Canessa)

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