MEFISTOFELE E LA NATURA


Editoriale del 9 dicembre 2020

È stato giustamente ammirato e celebrato, fin dall’anno della sua pubblicazione nel 1915, il racconto di Frank Kafka ‘La metamorfosi’ in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio.
Oggi sappiamo che qualcosa di molto simile a ciò che è stato partorito dalla geniale fantasia dello scrittore accade realmente in natura. Nel 2017, infatti, un team guidato da David Hughes, grande esperto di comportamenti manipolatori dei funghi, ha infettato in laboratorio delle formiche con l’Ophiocordyceps, un fungo parassitoide distribuito negli ecosistemi delle foreste tropicali che, come ogni parassita, necessita di un ospite ideale: lo sono le formiche, in particolare quelle della specie ‘Camponotus leonardi’, grazie alla loro organizzazione sociale e numerosità. Esse vengono infettate quando le spore del fungo penetrano nell’insetto attraverso gli spiracoli, strutture a forma di piccoli cerchi che permettono l’ingresso di ossigeno all’interno dell’insetto. La spora, una volta penetrata, germina e il fungo prolifera. I ricercatori, al momento in cui è avvenuto questo processo, hanno prelevato i corpi degli insetti, li hanno sezionati e hanno ricostruito un’immagine tridimensionale del fungo all’interno dei loro tessuti, facendo una scoperta inquietante: l’Ophiocordyceps diventa una sorta di protesi del corpo delle formiche. Addirittura. il quaranta per cento della biomassa di una formica infetta è costituita dal fungo. Le ife si insinuano all’interno delle sue cavità corporee, dalla testa alle zampe, si attorcigliano nelle sue fibre muscolari e si coordinano attraverso un reticolo miceliare interconnesso. Contrariamente alle previsioni di Hughes e della sua squadra, però, nel cervello della formica non c’è traccia del fungo. Il parassita non prende il cervello della povera formica, ne ricostruisce il corpo, arrivando al 40% della biomassa: si insinua come un nuovo corpo in quello del suo malcapitato ospite: tessuti, muscoli, nervi, una specie di esoscheletro nello scheletro. Un vero capolavoro di tecnologia e di ingegneria genetica, realizzato non da un provetto ingegnere o biologo, ma da un’entità naturale per prendersi un intero corpo e riprodursi. Da quel momento in poi il cervello della formica manda ordini a un corpo che non c’è più, sostituito da un altro che esegue un differente copione. Uno zombie nello zombie, un corpo che nasce dentro uno estraneo: sembra il film ‘Alien’. La tecnologia è radicata nelle viscere e nei processi primordiali della natura: un bell’insegnamento per tutti coloro, e sono sempre di più, che l’avversano e la respingono, considerandola un nemico mortale della natura medesima, infido prodotto dell’indole mefistofelica dell’uomo e della sua tendenza a contrapporre i prodotti diabolici dell’artificiale all’innocenza genuina di tutto ciò che è naturale!

Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)

“Oggi sappiamo che qualcosa di molto simile a ciò che è stato partorito dalla geniale fantasia dello scrittore accade realmente in natura.“
Da MEFISTOFELE E LA NATURA – Editoriale di Silvano Tagliagambe (Iconologo di Aristan)

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