L’Università di Aristan saluta Manlio Brigaglia, meraviglioso docente di Infanziologia e grande uomo
MORIRE (E RINASCERE) ALLE HAWAII –
Editoriale del 10 maggio 2018
Conosco bene Big Island, l’isola più grande dell’arcipelago delle Hawaii, quella dove il Kilauea si è svegliato. Per vederlo, da Kona, la città più importante (si fa per dire, non raggiunge i 15.000 abitanti) si percorrono in auto poche decine di chilometri in direzione sud. Si incontra una scarna vegetazione, ma anche una foresta di felci e magnifici boschi di macadamia, poi la strada risale attraversando un paesaggio lunare, e fiancheggia la lava eruttata dal Kilauea nell’ultimo secolo, da quella grigia e bitorzoluta del 1926 a quella più lucida e vetrosa del 1975. Si arriva dopo circa un’ora alla bocca del vulcano, e si cammina sino al punto in cui il fumo carico di zolfo che si libera dal suolo impedisce di respirare. Sul versante orientale, alle spalle dell’altro grande vulcano dell’isola, il Mauna Kea, la foresta pluviale è imponente, ma se una volta rientrati a Kona si va verso nord, anche la strada che costeggia il mare è scavata in un deserto di lava, spesso frantumata meccanicamente e ammassata ai lati. Per questo quel cammino è diventato un cimitero di ricordi. Centinaia di messaggi composti sulle pietre scure mettendo in fila i coralli bianchi raccolti sulle spiagge. Non ho resistito alla tentazione. Ho scritto: “Giuseppe Schintu, 1 Marzo 1953”. La mia data di nascita. Era così che mia madre avrebbe voluto chiamarmi.
Marco Schintu
(Ufficio pesi e misure di Aristan)
Centinaia di messaggi abbandonati sulle pietre scure, con i coralli bianchi raccolti sulle spiagge vicine. Non ho resistito alla tentazione. Ho scritto: “Giuseppe Schintu, 1 Marzo 1953”. La mia data di nascita. Era così che mia madre avrebbe voluto chiamarmi. (da MORIRE (E RINASCERE) ALLE HAWAII, editoriale di Marco Schintu)