Il mondo è governato dagli insicuri. Gli insicuri sono spavaldi per compensazione, arroganti per esercizio, perentori per autodifesa, illusi per necessità, millantatori per abitudine. Trovano conferme nel silenzio di chi li circonda e non li smentisce, per mancanza di interesse o per subalternità. Nel governo delle cose i finti sicuri dissimulano ogni dubbio fino a convincersi di non aver mai dubitato. Si atteggiano a classici, si pensano fonti inedite, camminano con colonna sonora seguiti da quelli dei quali scelgono di circondarsi, mediocri e compiacenti, timidi e rassegnati, opportunisti o assassini pazienti. Decidono guerre in luoghi che non sanno identificare sulla carta geografica, semplificano per non perdere la bussola, rifuggono la dialettica un secondo prima dell’antitesi, emanano sentenze inappellabili. Gli arroganti non percepiscono la derisione, si aggirano tronfi per la Casa bianca, l’ufficio del personale, la sala professori, lo studio televisivo. Aggiungono le note a piè di pagina ai pettegolezzi sentiti per caso e li trasformano in libri di testo. A furia di simulare, di appendersi medaglie al petto, di sminuire il prossimo, perdono il senso della vergogna. Stanno attaccati ai titoli, alle cariche, alle onorificenze, alle divise. Di giorno si impomatano con l’unguento dell’educazione, i buongiorno dottore e i distinti saluti. Di notte si svegliano di soprassalto e corrono a controllare che i diplomi siano ancora lì, appesi sul muro a certificare i meriti. Non c’è speranza per gli insicuri veri. Quelli che spendono le energie volgendole in domande, che guardano verso dentro e non verso fuori, che dubitano dei dubbi e sospettano delle certezza. Quelli che non sanno ma intuiscono, perché studiano e ragionano. Quelli che riconoscono la complessità che agita il mondo e rincorrono il senso. Immagino un mondo in cui a ogni certezza immotivata di un finto sicuro ci sia un vero incerto a rispondere con un sorriso bonario:«che stronzata ha appena sparato, illustre dottore».
Eva Garau (Precaria di Aristan)
Non c’è speranza per gli insicuri veri. (da NESSUN DUBITI – Editoriale di Eva Garau)
