Avrei dovuto capire subito che affidarci alla ridicola esperienza di Nichi Grauso come pilota sarebbe stato un grave errore. Con Nichi nell’aprile del 1998 avevamo violato l’embargo con la Libia e rintracciato il capocantiere Marcello Sarritzu tenuto da 7 mesi in ostaggio dal governo libico per un contenzioso con la sua azienda italiana. In quella occasione Nichi, con pochissime ore di volo all’attivo e la febbre alta, alternandosi con un “professionista”, aveva pilotato da Lampedusa a Tripoli uno dei due aerei utilizzati per la spedizione (con noi c’erano anche Vittorio Sgarbi, Peter Glidewell e Francesco Battistini). Ebbene ho scoperto troppo tardi che negli ultimi 15 anni Nichi non aveva più guidato un aereo; infatti ha valutato male il dosaggio del carburante e ora, dopo un atterraggio di fortuna, siamo sull’atollo di Kapingamarangi, in Micronesia. Lontani un migliaio di chilometri dall’isola di Nauru, l’ultimo luogo conosciuto ad aver ospitato Marco Schintu. Kapingamarangi è un posto incantevole, se lo cercate sul web potete farvene un’idea. Nei cinque giorni che siamo qui la nostra comitiva si è un po’… disunita: Andrea è sparito alla ricerca di carburante per il nostro aereo (è lo stesso Saratoga biancoblu dell’impresa libica) e Stefano, visto che non tornava, è andato a cercarlo: da tre giorni non si ha alcuna notizia di nessuno dei due. Nichi, inspiegabilmente, è stato accompagnato dagli indigeni nella capanna più bella: lo stanno coccolando con frutta, bevande colorate e danze muliebri. Io e Ghighi Gessa siamo gli unici che non hanno smarrito il senso di questa missione, gli unici davvero concentrati su Schintu: non perdiamo occasione, infatti, per dedicargli brindisi affettuosi e beneaguranti con coppe piene di sakau, liquore derivato dalle radici degli arbusti della kava. Una delizia.”.
Filippo Martinez
da Tabu (Tabu: A Story of the South Seas – 1931) scritto e diretto da Friedrich Wilhelm Murnau.