NUTRIRSI NELLO SPAZIO


Editoriale del 12 febbraio 2015

Di che cosa si nutrono quei coraggiosi che si avventurano nello spazio? La lunga permanenza di astronauti nella stazione spaziale internazionale desta grande curiosità circa gli alimenti consumati e il modo di assumerli. Le difficoltà sono note: in assenza di gravità risulta difficile non solo mangiare, ma persino deglutire. Tutto poi deve essere sterile, innocuo, digeribile, non ingombrante, a lunga conservazione, che non generi troppi rifiuti da smaltire e via discorrendo. Gagarin (1961), il primo uomo nello spazio, nel corso della sua missione con la Vostok 1 si nutrì spremendo tre tubetti di dentifricio due dei quali contenevano carne omogeneizzata e il terzo cioccolata. L’equipaggio della Gemini III (1965-1966) portò di nascosto a bordo dei sandwich con carne di manzo, rischiando di far fallire la missione perché le briciole del pane s’infilarono dappertutto. Ora è tutto ultracontrollato: gli austronauti sperimentano quanto sono nutrienti le microalghe, ma esistono anche prelibatezze a cubetti che cercano di gratificare soprattutto l’aspetto psicologico. Non i cannelloni al ragù, ma il loro ricordo. Non il tacchino arrosto, ma il suo ricordo. Un po’ come l’attività sessuale a novant’anni, con tanto blu e tante nuvole sullo sfondo.

Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)

COGLI L’ATTIMO

 

da un commercial statunitense

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