Di che cosa si nutrono quei coraggiosi che si avventurano nello spazio? La lunga permanenza di astronauti nella stazione spaziale internazionale desta grande curiosità circa gli alimenti consumati e il modo di assumerli. Le difficoltà sono note: in assenza di gravità risulta difficile non solo mangiare, ma persino deglutire. Tutto poi deve essere sterile, innocuo, digeribile, non ingombrante, a lunga conservazione, che non generi troppi rifiuti da smaltire e via discorrendo. Gagarin (1961), il primo uomo nello spazio, nel corso della sua missione con la Vostok 1 si nutrì spremendo tre tubetti di dentifricio due dei quali contenevano carne omogeneizzata e il terzo cioccolata. L’equipaggio della Gemini III (1965-1966) portò di nascosto a bordo dei sandwich con carne di manzo, rischiando di far fallire la missione perché le briciole del pane s’infilarono dappertutto. Ora è tutto ultracontrollato: gli austronauti sperimentano quanto sono nutrienti le microalghe, ma esistono anche prelibatezze a cubetti che cercano di gratificare soprattutto l’aspetto psicologico. Non i cannelloni al ragù, ma il loro ricordo. Non il tacchino arrosto, ma il suo ricordo. Un po’ come l’attività sessuale a novant’anni, con tanto blu e tante nuvole sullo sfondo.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
da un commercial statunitense