OCEANO MADRE


Editoriale del 30 novembre 2014

Aspettava immerso in se stesso, nella certezza di chi sa di essere infinito e immortale. Non come noi, eppure noi come lui, ovvero come lei. Perché non è cenere ciò cui torneremo ne, tantomeno, da cui veniamo. Non di carne e ossa siamo fatti ma d’Acqua profondissima, buia e abissale. Acqua nascosta, non sappiamo esattamente dove o quando, in momenti così vaghi da ricordare e impossibili da raccontare perché, allora, era inutile persino contare il Tempo. Ho sognato che il principio di tutto potrebbe essere stato in una fossa tipo quella delle Marianne, in una nicchia senza luce, con una colonna d’acqua salata alta almeno 10.000 metri sopra la “testa”. Magari fu così che i primi atomi d’azoto, idrogeno e carbonio sfuggiti per ardire o per miracolo – questo forse si – all’abbraccio di rocce nere senz’anima, hanno consumato l’amore irresistibile di un primo legame covalente. E c’è chi ancora crede che sia solo liquido salato! Passare dalla fisica alla biologia avrebbe segnato inevitabilmente il destino del mondo ma nessuno poteva sospettare che quei frammenti nucleici sarebbero riusciti a riprodursi sperando, invano, di ridurre parzialmente il disordine che cominciava a crescer loro intorno e che ancora non si è fermato*. Questa Vita che è sfuggita alla materia senza cuore per poi giungere a dominarla tutta (meno – non casualmente – il luogo da cui davvero proviene); questa Vita non può oggi pretendere di essere ricambiata dall’Amore di un Oceano Madre che non aveva nessuna intenzione di generarla. Solo esseri umani degni di questo nome sono in grado di avere tanto Cuore, ma ci sono voluti tre miliardi di anni e non tutti ancora ci riescono.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

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