ODIO LIQUIDO


Editoriale del 16 agosto 2015

Senza conforto e senza riparo, incolti a causa della loro stessa rabbia che nata paura diviene ira, gli astiosi saturano il mondo di nembi e minacce senza uguali. Confusi e piegati come i canneti che vivono a sfavore di vento aspettano qualcuno o qualcosa cui essere contrari. Mi sono sempre sembrati come spume senza acqua, ribolliti da un’amara condizione e dall’assenza di qualunque impresa e quindi di qualsiasi gioia. Gli esseri umani, infatti, sono obbligati a un cammino interminabile che è propulso solo da una qualche motivazione spinta da un cuore felice. Se per nascita, censo, esperienza, fortune avverse o sfortune procurate a nocumento e causa della propria volontà questa venisse in qualche modo a sfibrarsi sino a mancare, l’unico modo per trovare una giustificazione che consenta di abbarbicarsi alla vita è lasciarsi andare dall’astio che però ha la pessima abitudine di autoalimentarsi e prima che sia possibile capirlo diviene assoluto e non lascia spazio a nient’altro. Ecco perché: “La paura porta all’ira, l’ira all’odio e l’odio conduce alla sofferenza” (Maestro Yoda).

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da Il commissario Pepe (1969) di Ettore Scola tratto dall’omonimo romanzo di Ugo Facco De Lagarda. Con Ugo Tognazzi e Giuseppe Maffioli

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