Capita che una notizia, per essere più precisi un dato di fatto noto da tempo ad alcuni ma da altri ignorato, una volta rivelata ci appaia improvvisamente rilevante, sebbene non siamo in grado di dirne la ragione. Così anche nozioni marginali possono assumere inaspettatamente un’importanza centrale nel nostro immaginario e girarci nei pensieri per giorni e farci sentire diversi da prima, prima della consapevolezza. Così è successo a me quando lo straniero, con disinvoltura, l’ha buttata lì: le anguille nascono tutte nello stesso posto, il mar dei Sargassi. Tutte le anguille del mondo. Da lì migrano. Ogni anguilla pescata o intravista nel mondo arriva dal quel punto preciso del globo. La cosa ha avuto su di me un effetto immediato. L’ho ripetuta nel giro di qualche ora a chiunque incrociasse la mia strada, riscuotendo per lo più reazioni indifferenti. Anche a mio zio, l’ho detto. Cercavo di interrompere il silenzio mesto che da mesi segna le mie visite, cercavo di scrollargli di dosso un ripiegamento nichilista che lo ha precipitato in breve tempo nella vecchiaia. “Che sciocchezza!”, ha tuonato. “Io da ragazzo pescavo anguille minuscole al fiume, anguille appena nate! Anguille piccole così!”, ha insisto, accompagnando le parole con gesti che dimostravano inconfutabilmente l’incompatibilità della mia teoria con anni di esperienza. Ne è nata una discussione che ha azzerato la media dei silenzi degli ultimi anni; io ho snocciolato nozioni: Freud e la sua ricerca sugli organi riproduttivi e sul sesso delle anguille (indecidibile ancora, pare); il capitano che per primo ha tirato su una larva con le sue reti, le bestie che percorrono una media di 49 chilometri al giorno. Niente, una cretinata, mi ha detto lui, rinnegando persino il potere di Wikipedia. Per trovare un compromesso, un fatto che entrambi eravamo pronti ad accettare, abbiamo deciso di concentrarci sulla morte delle anguille, che a me sembra indiscutibilmente legata alle nonne. Le uniche anguille morte delle quali ho notizia sono quelle dello spiedo di casa di mia nonna materna, infilzate nel giro continuo sospeso sulla fiamma, o a bagno nel sugo dentro la pentola di terracotta. Oppure nella panada – mistico piatto della tradizione sarda con varianti sudamericane e spagnole (empanadas) – della nonna dello straniero. In conclusione: le anguille nascono tutte ne mar dei Sargassi, che ci si creda o no, e tendono a morire nel basso campidano, regione meridionale della Sardegna, dopo essere passati per la lama del matriarcato.
Eva Garau (Precaria di Aristan)
le anguille nascono tutte nello stesso posto, il mar dei Sargassi. Tutte le anguille del mondo. Da lì migrano. Ogni anguilla pescata o intravista nel mondo arriva dal quel punto preciso del globo (da ORIGINI MISTERIOSE E FINE CERTA – Editoriale di Eva Garau)