PERCHÉ NON MANGIARE LE PIETRE?


Editoriale del 9 ottobre 2014

Con che coraggio mangiamo i polpi, specialmente nella loro tenera versione baby di polpetti? Il polpo è un animale troppo intelligente. E’ ingegnoso, riesce persino a svitare il tappo di un barattolo; ha capacità divinatorie (il polpo Paul indovinava i risultati delle partite di calcio) e addirittura ambizioni artistiche, arrivando a decorare la sua tana con alghe e coralli (Octopu’s garden, The Beatles). E quindi ci sarebbero ottime ragioni per non mangiarlo. Come si fa a mettere in padella un essere con cotanta personalità? Se lo chiede Silvia Killingsworth (“Why not eat octopus?” The New Yorker, 3 ottobre 2014). Alla fine, però, si ritorna al solito discorso: e i calamari? E le seppie? E i maiali? Sono forse meno intelligenti? L’elenco delle specie che mangiamo provviste di intelletto è lungo e include non solo tutto il regno animale, ma forse anche quello vegetale (i cavolfiori hanno un’anima). Per quanto mi riguarda, sono convinto che alla fine si scoprirà che le pietre possiedono un’intelligenza formidabile (conosco molti esseri umani meno scaltri del basalto) e già mi pongo dei problemi a camminarci sopra per non urtare la loro sensibilità. Ma state tranquilli, non vi consiglio, per ora, di mangiarle. Vi porreste troppe domande.

Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)

COGLI L’ATTIMO

 

da Scarface (1983) scritto da Oliver Stone e diretto da Brian De Palma. Con Al Pacino. Il film è il remake dell’omonimo lungometraggio del 1932 diretto da Howard Hawks.

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