PERLE AI PORCI


Editoriale del 18 novembre 2014

Ho incontrato uno studente che mi ha confidato di essere in difficoltà per dover scrivere un racconto o girare un filmato su razzismo e bullismo commissionatogli da una professoressa in occasione di un concorso. Essendo tanto buono e disponibile, e avendo io un milione di idee e tutti gli altri quasi nulla, gli ho suggerito il seguente apologo, ambientato nel cesso di casa. Come protagonisti gli asciugamani, che noi usiamo meccanicamente, ma hanno anche loro un’anima. Il conflitto è tra gli asciugamani grandi e quelli piccoli, detti anche familiarmente “per il culo”. I primi prendono appunto “per il culo” i secondi, scherniti di continuo con grasse risate e battutacce: dall’alto della loro posizione (risiedono infatti al piano superiore dell’alto termosifone accanto al lavandino) gli asciugamani grandi irridono da gradassi quelli piccoli, costretti a subire più volte al giorno lo sfregamento con le parti del corpo meno nobili. Noi, pontificano tronfi, abbracciamo solo volti e mani, al pari degli umani, al peggio le ascelle, ma voi non strusciate che culi e genitali, incrostati di cacca e sperma. Noi siamo asciugamani, dice un grande particolarmente spiritoso, a voi dovrebbero chiamarvi asciugacoglioni. E giù sguaiataggini e ghignate maligne. La rabbia e la frustrazione dei piccoli, costantemente umiliati, è tale da farli spesso arrossire dalla vergogna ed è una fatica ogni volta ricacciare il rossore nel tessuto, quando entra in bagno un umano. La vendetta arriverà il giorno in cui il padrone di casa, tornato a notte fonda, si chiude nel cesso, espleta i propri bisogni, si sciacqua nel bidet, allunga una mano e, distrattamente, prende per sbaglio un asciugamano grande e lo applica energicamente tra le natiche (l’ispirazione deriva da un’esperienza autobiografica). Nel caso di un video, sarebbe impressionante lo zoom in soggettiva dell’asciugamano che comunica con un lacerante primo piano lo sgomento e l’orrore dell’inserimento insistito nella aborrita fessura. La stanchezza dell’uomo gli fa gettare l’asciugamano appena usato per terra, senza neppure tentare di rimetterlo a posto. Quasi elegiaca l’inquadratura fissa finale, dopo che la luce è stata spenta e la porta richiusa: l’asciugamano stropicciato in terra viene coperto da un boato di giubilo degli asciugamani piccoli e da un mormorio sommesso e imbarazzato dei grandi rimasti al loro posto. La mattina, il primo umano che si sveglia troverà l’asciugamano per terra ancora zuppo (di lacrime) e su tutti gli asciugamani piccoli un sorriso dipinto da un pennarello indelebile. Non ci crederete, ma un soggetto così geniale e originale, spumeggiante e commovente, è stato rifiutato da quello sfessato di studente. Come si dice, perle ai porci.

Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan

COGLI L’ATTIMO

 

da Proposta indecente (1993) diretto da Adrian Lyne e interpretato da Robert Redford, Demi Moore e Woody Harrelson

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