Pitagora fu uno dei personaggi più straordinari della storia dell’umanità. Studiò dagli egizi e dai magi caldei l’incanto del numero per poter misurare il senso dell’anima. Fuggito in Italia per non essere divorato dalla tirannide, nel suo circolo esoterico spiegò ai migliori le ragioni della scienza e lì diffidò dal mangiare fave per evitare che l’eccessivo apporto proteico potesse distogliere la loro mente dalla meditazione a favore dei bisogni corporali. Inseguito dai nemici, si trovò la strada sbarrata da un campo che non volle attraversare per rispettare un precetto che aveva imposto ai suoi. E così fu trafitto e ucciso. L’uomo non deve mai temere la morte se la sua vita è stata retta. Nè deve aver paura dell’infamia se lontano dall’infamia ha vissuto.
Antonangelo Liori
(Microbiografo di Aristan)
Inseguito dai nemici, si trovò la strada sbarrata da un campo che non volle attraversare per rispettare un precetto che aveva imposto ai suoi.
(da PITAGORA – La morte, editoriale di Antonangelo Liori)
su de rica non si può – da un Carosello degli anni ‘70