“MI MANCHERAI NELSON BANDERAS”, cit. Sara Tommasi, Twitter.
Bene, svaporata la sbornia Mandela? Postato qualcosa su Facebook? Scroccato curiosità e opinioni, un groppuccio alla gola dagli editorialisti (quelli finti, non parlo di Aristan, ovvio) che sulle prime dei giornali si sono lasciati andare a dozzinali sentimenti del tempo trascinando i lettori in un senso vasto e olistico dell’umanità? Bene, allora siete pronti per un’altra storia di galera, quella di John Mc Cain. Questo editoriale viene scritto nella serata di sabato e quindi non conosciamo l’esito delle primarie del Partito Democratico. In quelle della Lega Nord il flaccido Thor Salvini ha stracciato l’Odino ingrippato Bossi. Mc Cain è un deputato americano che ha sfidato la scimmia G.W. Bush alle primarie del 2000. Mai vittoria fu più infausta. Due guerre ed equilibri mondiali tutti a puttane. Comunque, Mc Cain non riesce a pettinarsi da solo, e ora vi spiego perché. All’università Mc Cain era un cazzone. Scapestrato donnaiolo e atleta l’ha sfangata con voto minimo nella più nobile tradizione americana, fra nerd e squali futuribili. Nell’ottobre del ’67 Johnny vola sul cielo di Hanoi, Vietnam, quando il suo A-4 Skyhawk viene abbattuto dai vietcong. Il sistema di espulsione non è un granché: il giovane Mc Cain atterra in una pozza lutulenta con una commozione cerebrale, le braccia e una gamba fratturata. Anche il paracadute si è aperto a cazzo di cane. Un soldato, sopraggiunto con i primi curiosi, decide di infilargli una baionetta nel bassoventre. È così che viene trasportato all’Hanoi Hilton, un carcere tipo quello di De Niro ne “Il Cacciatore”, solo vero. Dopo averlo ricucito con ago e filo senza anestesia e avergli sistemato alcune delle molteplici fratture viene chiuso in una scatola di cemento di un metro cubo. Dopo vari mesi di delirio, ridotto a 45 chili, Johnny viene estratto dal cubicolo e condotto davanti al comandante. Il padre, John S. Mc Cain II è stato appena nominato capo di tutte le forze navali del pacifico. Eh sì. Un cazzone blasonato. A Johnny viene indicata l’uscita del carcere. E Johnny, 45 chili di allucinazioni e nodi ossei negli arti storti, declina l’offerta. Già. Il codice militare prevede che il rilascio dei prigionieri avvenga secondo l’ordine di cattura. Il comandante non la prende bene. Gli fa rompere un braccio e buttare giù due denti dai secondini, che molto tempo dopo gli impediranno il suicidio. Johnny viene liberato nel marzo 1975. Dopo aver infiammato i giovani americani con discorsi che promettevano, pacatamente, progetti “più grandi dell’interesse personale” perde le primarie, soverchiato dai dollari della Scimmia. Mc Cain è un guerrafondaio, è contro l’aborto, per le lobby delle armi e lo sfruttamento spregiudicato delle risorse naturali. Repubblicano fin nel midollo. Nel 2008 perde anche contro lo zeitgeist Obama. Però, però… pensate a Johnny, cazzone stoico e libertario, la prossima volta che qualche rampollo vi chiederà il voto.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan war’s correspondent)
foschiluca.com
COGLI L’ATTIMO
da un’intervista di Pippo Baudo a Massimo Troisi