Un bambino di otto anni delle scuole elementari di Ferrara ha creato un àpax legòmenon (in greco “detto per la prima volta”), cioè un neologismo: “petaloso”, riferito a un fiore ricco di petali. La maestra, anziché segnarlo con la matita rossa o blu, si è entusiasmata e ha scritto all’Accademia della Crusca, che ha risposto tempestivamente approvando il neologismo e complimentandosi con maestra e alunno. La grancassa del circo mediatico ha fatto il resto, esultando per la creatività linguistica del piccino. Michele Serra si è addirittura inorgoglito, dichiarando di aver usato il medesimo termine in un suo articolo del 1991 a proposito dei fiori di Sanremo e attribuendosi dunque la primogenitura del termine. Dispiace fare i bastian contrari e non unirsi al coro degli ammiratori, ma purtroppo a noi “petaloso” fa un po’ schifo. Sarà che abbiamo visto troppi cinepanettoni, ma “petaloso” richiama alla nostra fantasia (malata) più il peto (e la sua variante più penosa, il peto vestito) che il profumo soave di un fiore colorato. E ci sbattezziamo per il fatto che un’istituzione così nobile e autorevole come l’Accademia della Crusca, di cui rimaniamo fedeli cultori, abbia dato il suo imprimatur con parole di elogio incondizionato. Forse si è intenerita per non far rimanere male il bimbino e forse, nella penuria generale di bimbini in gamba, ha voluto gratificare uno dei rari bimbini che, anziché stordirsi a smanettare sulla playstation o sul cellulare, ebbro di Facebook e di Twitter, ha voluto impegnarsi ad arricchire la nostra lingua sempre più inquinata da anglismi. Insomma, la Crusca ha fatto la sua stepchild adoption ingraziandosi il bimbino neologista con un act più language che jobs. Temiamo però che sia stata almeno incauta nell’avvallare un precedente del genere, non avendo considerato l’eventualità, assai probabile, di essere invasa nei prossimi mesi da chissà quanti altri spericolati neologismi che le potrebbero arrivare da centinaia di maestre con bimbini, aspiranti alla medaglia della Crusca. Se si intenerirà ogni volta, raddoppieremo le pagine del vocabolario italiano, facendolo diventare più petaloso, con una valanga di stronzate. L’ardua sentenza la daranno, come al solito, i posteri: se “petaloso” entrerà in uso, quella del bimbino sarà vera gloria. Altrimenti si troverà in buona compagnia: Gabriele D’Annunzio inventò invano il termine “velivolo” che doveva sostituire “aereo”. Non gli è andato dietro nessuno. Pensate che smacco se ora dessero retta al bimbino e tutti cominciassero a dire “petaloso”.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
Adriano Celentano in Prisencolinensinainciusol (1972)