Ho amato, amato, amato La stiva e l’abisso di Michele Mari, linguaggio sopra il linguaggio e letteratura sopra la letteratura. Ma io sono con Ceronetti che in Formiche senza frontiere dice “La galera non è una casa. È la casa-ogni casa- che è una galera”. Ho capito che ancora ciucciavo il latte Lauzi che alla domanda “Perché scrive solo cose tristi?” rispose “Perché quando sono felice esco”. Io sono con Cèline che descrive il delirio festante degli umani con i primi raggi di sole dopo l’inverno in London Bridge. Sono con lui in ogni sillaba di tutta la stramaledetta Trilogia del Nord. Sono con Whitman che in Foglie d’erba, monumento del vagabondaggio, scrive “Chiara e dolce è l’anima mia, chiaro e dolce è tutto ciò che non è l’anima mia”. Con Kerouac! Chatwin! Con tutto l’imponente e lacero plotone degli scarpinatori! La vita infelice e il potere s’incicciano con la carne di chi straborda le poltrone. L’uomo libero, ogni uomo libero è un cronista! Il mutuo? La morte! L’inferno! Al cesso! È bella stagione, è sempre bella stagione! Andiamo! Fuori!
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Il mutuo? La morte! L’inferno! Al cesso! È bella stagione, è sempre bella stagione! Andiamo! Fuori! (da QUANDO SON FELICE ESCO, editoriale di Luca Foschi)