QUANTO BISOGNA PATI' PRIMA DI MORI'*


Editoriale del 11 novembre 2014

Pioggia e vento (d’altra parte è novembre), cui farà seguito una precipitazione di polemiche: se la bomba d’acqua arriva inaspettata perché l’allarme meteo non c’è stato, se non arriva pur annunciata perché l’allarme meteo c’è stato, con scuole chiuse e tutti a casa per nulla. In effetti la combinazione vincente sarebbe far coincidere l’allarme meteo con la bomba d’acqua. Ma non è facile essere indovini, soprattutto diventa arduo distinguere tra una pioggia normale e la bomba d’acqua, locuzione balorda assai, coniata di recente per giustificare danni e vittime in seguito al maltempo. In altre parole, se non si sono verificate tragedie vuol dire che è piovuto, altrimenti era una bomba d’acqua o un uragano. Il risultato è un perenne stato di allarme, cioè di ansia percepita al massimo grado. Invece basterebbe non coprire di cemento ogni centimetro quadrato di territorio, compresi i letti dei ruscelli (come hanno fatto a Genova), per permettere al terreno di assorbire l’acqua piovana il più possibile, non costruire sottopassaggi trappola in cui le auto si inabissano glugluglu insieme ai conducenti (come è successo a Prato) e provvedere alla manutenzione delle vie (come non succede quasi da nessuna parte). E poi vivere in maniera più spavalda. Invece siamo vergognosamente succubi di un’esistenza protetta e pavida, con la presunzione di eliminare il rischio dalle nostre vite. Nasciamo dopo aver subito l’invasione dell’amniocentesi e di morire non ne vogliamo neppure sentir parlare. Anzi, ci sentiamo perfino in diritto di non invecchiare. Tutta la parte nel mezzo tra la nascita e la morte (che, pur testardamente rimossa, arriverà lo stesso) è scandita da analisi, visite, colonscopie, pap test (sarebbe più divertente il palp test), minacciata da prostata, colesterolo e catetere. Siamo così sicuri che prevenire sia sempre meglio che curare? A me anche curare non sembra poi male. Pretendiamo di prevedere tutto per scacciare quell’angoscia che proprio questa avvilente via crucis medicalizzata alimenta. Già che ci siamo, simpatizziamo anche per l’eutanasia, così evitiamo il rischio di patire con la sicurezza di morire. Chi ha paura di morire morirà ogni giorno e per chi teme la bomba d’acqua pioverà per sempre.

Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
* proverbio toscano

COGLI L’ATTIMO

 

da Happy family (2010) diretto da Gabriele Salvatores, con Fabio De Luigi

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA