PER QUESTA VOLTA NON CI ESTINGUIAMO


Editoriale del 29 aprile 2018

Gli scienziati che si riuniranno a Vancouver a dicembre per la conferenza internazionale sul riscaldamento globale produrranno centinaia di pagine di report, le loro interviste verranno pubblicate sui quotidiani e rilanciate dai TG. Come spiegano i sondaggi, però, i moniti sui rischi dell’inquinamento fanno sempre meno presa sull’opinione pubblica, che si è abituata al catastrofismo e gli si è arresa.  Eppure il presagio dell’apocalisse tormenta l’inconscio popolare, a giudicare dal numero di romanzi incentrati su disastri ecologici, nubi tossiche, piogge acide e cataclismi inarrestabili, pubblicati a partire dal 2000. Scienziati senza scrupoli piegati al potere del denaro, giovani alienati da aspirazioni demiurgiche che perdono il controllo e fanno sprofondare la terra nell’oblio ed eroi postmoderni che si battono per fermare il male un secondo prima che inghiotta l’universo. Da Ian McEwan tutto un fiorire (sfiorire, per essere precisi) di distopie. Il nuovo genere letterario ha un nome: “climate fiction”. Su Amazon 1300 titoli un anno fa, 2.189 oggi. Intanto dalla scienza arrivano buone notizie. In Giappone hanno scoperto per caso un batterio che si nutre di plastica e che, geneticamente potenziato, è in grado di masticare e digerire spazzatura a ritmi da record. Non è tutto. Il chimico inglese Rodney Allam ha capito che l’anidride carbonica può essere processata e trasformata in una fonte di energia alternativa. E progetta di costruire apposite centrali accanto alle raffinerie per sfruttare le emissioni tossiche, ripulirle e renderle risorse. Perché, sostiene, è inutile pensare di abbandonare petrolio, carbone e gas naturali fino a quando le scorte non saranno esaurite. Ma intanto monossidi e anidride, centrifugati nel “ciclo di Allam”, ci possono traghettare verso un pianeta più sano e consapevole. “Il mondo senza di noi” diventerà un romanzo vintage, “La sesta estinzione” sarà rimandata. E pazienza per la letteratura. Nei secoli puliti che ci attendono torneremo al Verismo. (E continueremo a buttare la plastica in mare, perché la statistica insegna che per ogni scienziato geniale esistono in media oltre un milione di spensierati coglioni).

 

Eva Garau (Precaria di Aristan)

 

il presagio dell’apocalisse tormenta l’inconscio popolare, a giudicare dal numero di romanzi incentrati su disastri ecologici, nubi tossiche, piogge acide e cataclismi inarrestabili, pubblicati a partire dal 2000 (da PER QUESTA VOLTA NON CI ESTINGUIAMO, editoriale di Eva Garau)

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