Guardo il mio cane e penso che non fa un tubo dalla mattina alla sera, terapeutico proprio per quello. Le uniche tensioni che ha sono per i miei ritardi. Il cane ti distende e non ti comunica ansia. Si sdraia dovunque e non si lamenta perché le sedie che hai comprato sono scomode. Non fa storie per il telecomando. Ti avverte se ci sono movimenti nei paraggi, specie se si tratta di altri cani, gatti, o semplici testimoni di Geova. Qualcuno sostiene che siano utili anche mentre si lavora. Sono dei distensivi naturali, e sostituiscono in questo le sigarette. La vera svolta omeopatica.
Ti segue anche in bagno e questo proprio non lo capisco, se non pensando che siamo pari: anche io lo seguo quando fa i bisogni, e non so perché. C’è sempre, di buonumore, non dice fesserie, non critica nessuno, non è dispettoso, non è permaloso, avercene di persone così tra le zampe. Il mio si chiama Elzarre, nome che gli ha dato mio figlio, potrebbe fare tante cose se solo volesse o gliele chiedessi: il cane per non vedenti, da salvamento, recupero sepolti tra le macerie, body guard, il modello, rispondere alla porta quando bussa Equitalia, ma per ora si limita a fare il cane da compagnia a un anziano. Qualche volta leggo a voce alta e lui mi segue, una volta ha preso a leccarmi, stavo leggendo un autore sardo che ho lasciato dopo venti pagine. Chi era? Non vuole che lo dica. Ma dallo stile sarebbe di quelli che in un romanzo metterebbero come cani solo pastori afgani.
Segue con me i vari programmi televisivi e non ho ancora capito se distingua tra i vari palinsesti o si regoli su di me, seguendo cioè le mie reazioni. Non mi spiego altrimenti perché si addormenti quando parla la Boldrini e diventi nervoso ogni volta che compare Capezzone nello schermo. Non ne avrebbe motivo, è a pelo raso, buona dentatura, sto parlando di Capezzone, amante dei suoi padroni, che di solito sono quelli al governo oppure di destra. Per tranquillizzarlo, il mio cane, faccio finta che mi piaccia, ma allora borbotta un ringhio di incredulità, e per non passare per qualcos’altro torno alle mie reazioni consulte.
La mia paura è di incontrarlo in qualche giardino pubblico, Capezzone ovviamente. In quel caso però gli metterei subito la museruola, al cane ovviamente. E anche a lui.
Nino Nonnis (Zoo Roastro)
Non mi spiego altrimenti perché si addormenti quando parla la Boldrini e diventi nervoso ogni volta che compare Capezzone nello schermo (da ROBA DA CANI – Editoriale di Nino Nonnis)