La psicosi dilaga. Moriremo tutti, non sotto attacchi nucleari ma di fake news. Nel 2018 assisteremo alla guerra globale contro le bufale, protagonisti i cittadini, sceriffi solitari al servizio della verità. Il bottone della censura sui social rosso come quello sulle scrivanie presidenziali. C’è la proposta inclusiva di Zuckerberg: premiare i media sulla base della fiducia degli utenti (più like, maggiore credibilità) secondo il criterio indiscutibile per il quale un cretino è un cretino, un milione una coscienza pubblica. Oppure bottone rosso e la baracca chiude. L’alternativa l’ha pensata Minniti: la segnalazione on line a un nuovo reparto della polizia postale dei siti che diffondono notizie false. Rimane qualche ambiguità, niente che non si possa risolvere con una commissione parlamentare permanente che si incarichi di distinguere tra fatti, opinioni, sensazioni, credenze, pregiudizi e sesto senso. Altrimenti come si gestisce la chiamata alla difesa della razza bianca? In tempi in cui si inneggia alla democrazia diretta, comunque, è un dovere civico fare la propria parte in queste ronde mediatiche dal carattere post-padano. Io oggi, per sconfiggere le fake news, ho segnalato una ricetta postata da mia zia (purtroppo scrive che nella torta di mele la cannella non ci va mai), poi ho segnalato Giulia Buongiorno che dice che questa Lega sarebbe piaciuta ad Andreotti (che ve lo spiego a fare) e infine ho segnalato la notizia che il PD candida Casini a Bologna. Almeno quest’ultimo caso è talmente ridicolo che non ho dovuto sprecare tempo a verificare. Ho fatto il mio dovere. Ora spero che chiudano questo sito, ANSA.it mi pare si chiami.
Eva Garau (Precaria di Aristan)
In tempi in cui si inneggia alla democrazia diretta, comunque, è un dovere civico fare la propria parte in queste ronde… (da RONDE 2.0, editoriale di Eva Garau)
Ronde sarde