«Ricordo il professore che, tre mesi dopo il parto, dietro la scrivania del suo studio, ci aveva rivelato la verità, ovvero quello che pensava. Aveva riflettuto a lungo prima di rispondere […]. – Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita. Questa almeno è la mia esperienza. Non posso dirvi altro. – Grazie, a distanza di trent’anni.» (G. Pontiggia, Nati due volte, p. 27)
Un giorno, “discepoli a concorrenza”
chiesero a Gesù chi fra loro era il più grande (Matteo 18,1-10).
La sua risposta prima fu “un bambino come questo” (toiouto),
messo al centro. “Come questo”?
Era quello un bambino più bambino degli altri,
dissi un giorno a un padre disperato per un figlio appena nato:
forse era spastico anche lui, forse down, diverso in occhi mani piedi.
Aggiunse infatti una risposta ancora non capita:
dei tuoi “due”, “uno” è meglio e basta perdere, di occhi mani e piedi,
per «entrare nella vita» da imperfetto tra imperfetti,
e non finire nel fuoco da “perfetto sgomitante”.
Non era morale, a evitare peccato ossessione di perfetti,
perché possono ancora a un occhio solo
desiderare furti e adulteri più che a due.
Non era morale, era fisica e più che metafisica:
solo morti ai concorsi dei perfetti
possiamo entrare insieme nella vita.
Ma per “discepoli sempre a concorrenza” è difficile, Signore,
capire che misura degli abili per te sono i disabili.
Tutti a salvare, in ciascuno fatto isola, l’anima che tu “infondi”,
ma “affondi” in realtà sembrano dire.
E invece tu pensavi a un’anima che “effondi” e che “si effonde”,
nata due volte in “corpi e sangui” diversi a vita uniti,
trasformati a tua nuova eucaristia.
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
Era quello un bambino più bambino degli altri, dissi un giorno a un padre disperato per un figlio appena nato:
forse era spastico anche lui, forse down, diverso in occhi mani piedi. (da Salmo 113 NATI DUE VOLTE, editoriale di Antonio Pinna)
da Le chiavi di casa (2004 diretto da Gianni Amelio, liberamente tratto dal libro autobiografico Nati due volte di Giuseppe Pontiggia. Con Kim Rossi stuart e Andrea Rossi