«Agnese e Adriana. La vittima e il carnefice … fianco a fianco».
[Adriana:] Quando poi alla fine riconquisti la libertà, ti rendi conto che quella del carcere è una forma di giustizia ma incompleta. A me non bastava. Quello che sentivo come dovere e anche come desiderio era affrontare fino in fondo il problema della giustizia ritrovando le persone che erano state colpite, andando a cercare l’altro che avevamo negato.
[Agnese:] «E assieme c’è un desiderio di giustizia». Che non sono gli anni di carcere. «Non si sta meglio. È un’illusione. Potevano dargli 100mila anni di carcere e non si sarebbe risolto il problema perché tu hai bisogno di avere una giustizia che riguardi anche le ferite che hai ricevuto… ».
[Agnese:] «Sono stati una sorpresa perché nella mia mente loro sono dei mostri senza cuore, senza pietà. E lo sono anche stati». Ma, aggiunge, «le persone non rimangono uguali, non è che se tu hai fatto delle cose orrende poi per sempre dovrai essere una persona orrenda. Dentro queste persone c’è qualcosa di diverso da quello che io pensavo… un dolore infinitamente peggiore del mio, perché è quello di chi l’ha fatta grossa e non può rimediare. E che li fa essere totalmente disarmati nei nostri confronti. Per me Adriana è l’emblema della persona disarmata (le sorride e l’accarezza, ndr) perché io avrei potuto fare o dire qualsiasi cosa e l’avrebbe accettata, non perché sono delle pecore ma perché sono disarmate di fronte a me. E imparare a disarmarsi è stata per me la grande lezione di questo stare insieme…».
[Adrana] Adriana conferma, piegata sul microfono e dai ricordi. «Io sono sempre disarmata rispetto a qualunque parola, al tocco di Agnese che nel momento in cui sembra spaccarti in due il cuore costruisce un ponte…Questa è una delle cose più importanti che ho vissuto in questo percorso estremamente duro in cui ci siamo messi a nudo gli uni nei confronti degli altri…Se siamo riusciti a dialogare noi, può riuscirci chiunque e può riuscirci prima che sia necessario…».
[Agnese] Ma «bisogna recuperare nella vita quotidiana, nella politica, la fiducia nella forza della parola… Le parole cambiano le vite, cambiano le persone». [da Avvenire 16 marzo 2018)
Signore, questa volta, anche tu disarmato,
accetta che prenda parole non tue
per dire il mio salmo,
ma tue nel profondo,
alla sorgente di ogni risorgere.
I made it through the wilderness…
Didn’t know how lost I was
Until I found you…
But you made me feel
Yeah, you made me feel
Shiny and new
Like a virgin
Touched for the very first time
Like a virgin
When your heart beats
Next to mine.
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
Agnese: «bisogna recuperare nella vita quotidiana, nella politica, la fiducia nella forza della parola… Le parole cambiano le vite, cambiano le persone». (da Salmo 129 DISARMATI E NUDI. LIKE A VIRGIN, editoriale di Antonio Pinna)