Salmo 130 ALFA E OMEGA


Editoriale del 24 marzo 2018

Dal giorno della morte di Stephen Hawking non si contano le citazioni delle sue frasi celebri. Una mi piace più di altre, anche se sembra aver poco a che fare con le sue scoperte scientifiche: «Le mie aspettative sono state ridotte a zero quando avevo 21 anni. Da allora, tutto è un bonus. Ho vissuto cinque decadi in più di quanto predetto dai medici. Ho provato a fare buon uso del mio tempo. Poiché ogni giorno può essere l’ultimo, voglio sfruttarne ogni minuto».

Stephen Hawking ha dedicato gli ultimi suoi scritti alla fine del (nostro) mondo e alla probabilità di altri mondi. Un universo che finisce, un multiverso che nasce.
Trovo ovvio che chi si è interessato per anni all’inizio di tutto, si interessi ugualmente alla fine di tutto. E trovo coerente che nella sua vita abbia invece potuto scoprire il senso totale del presente. Un presente dapprima negatogli dal destino e dalla scienza, ma affermato giorno per giorno, anzi, nelle sue parole a tono “quantistico”, minuto per minuto, tanto che, nella sua densità di senso, il presente è forse l’unico vero buco nero ad assorbire spazi e tempi passati e futuri, non annullandoli, ma trasfigurandoli in realtà dove l’eterno rivela nell’attimo il suo unico senso comprensibile.

E mentre i tuoi credenti ti cercano eterno,
a me basta, Signore, che tu sia la A e la Zeta,
l’Alfa e l’Omega (Apocalisse 21,6),
e che i nostri nomi, pur detti in un soffio,
dicano qualche lettera del tuo alfabeto.
Una particella e un tutto.

Antonio Pinna
Salmista ad Aristan

Ho vissuto cinque decadi in più di quanto predetto dai medici. Ho provato a fare buon uso del mio tempo. Poiché ogni giorno può essere l’ultimo, voglio sfruttarne ogni minuto

da La teoria del tutto (The Theory of Everything 2014) diretto da James Marsh e interpretato da Eddie Redmayne, nei panni del giovane Stephen Hawking

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