«Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani»: la rassomiglianza di questa frase con altre simili che si sentono oggi (“Prima gli…”, e si intende “Solo gli…”), aiuta a sentire il modo quanto mai duro, nei vangeli di Marco (7,27) e di Matteo (15,26), con cui un giorno l’ebreo Gesù rispose a una donna non ebrea, che gli chiedeva di guarire la figlia. E non c’è nessuna possibilità di addolcire la frase, né per il diminutivo usato di “cagnolini” né immaginando che Gesù stesse fingendo per far crescere la fede della donna.
Il fatto è che Gesù, nel racconto dei due vangeli, sia pure con delle differenze, è in un momento di crisi profonda, e ha smesso di dare il pane anche ai figli. Egli, infatti, aveva appena avuto uno scontro (che si rivelerà mortale per lui) con le autorità religiose del suo popolo: «Voi annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di queste cose ne fate molte». Secondo il vangelo di Marco, Gesù smette di predicare e se ne va in Libano, e non vuole che nessuno sappia dove è. Un vero e proprio crollo. Ma basta la domanda di una donna straniera per rivelare la sua nostalgia per il suo popolo che ha appena abbandonato e la sua “disillusione”.
Solo che la donna straniera conosce bene le fissazioni teologiche delle persone religiose, sa bene quanto gli ebrei suoi vicini di casa pensino di essere il “popolo eletto”, lascia perdere queste distinzioni tra figli e cani, e, pensando alla figlia che ama, risponde che, sì, saremo pure cani per voi, ma «anche i cani sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». La sua risposta bruciante non solo ottiene la guarigione della figlia, ma fa il “miracolo” di far cambiare idea all’ebreo Gesù e di rimetterlo in strada anche verso gli stessi “figli”. Gesù, infatti, decide di rientrare nella terra del suo popolo, ma lo fa passando per la strada più lunga, attraversando il territorio greco-romano della Decapoli, e facendo per gli stranieri ciò che prima pensava di dover fare solo per il “popolo eletto”.
Tu ne hai fatto l’esperienza, Signore:
è difficile per tutti i credenti,
in Dio o in se stessi,
accorgersi che le loro verità
non sono mai le ultime.
Ma se due sincerità si incontrano,
una strada insieme si apre,
per sorelle e fratelli.
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
«Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani» (da Salmo 154 FIGLI E CANI, editoriale di Antonio Pinna)