SALMO n 18. SALVEZZE


Editoriale del 30 gennaio 2016

I credenti si dicono “eletti di Dio”. Ma una “insidia originale” è abbinata al termine stesso: così arrivano non tanto a credere, quanto a credersi “eletti più eletti” degli altri. Che diventano appunto “altri”. Poi, per rigorosa e non negoziabile logica dottrinale, a turno discutono, e reciprocamente si negano, l’eventualità che gli “altri” possano salvarsi senza diventare “nostri”.

Ma ecco, il 10 dicembre scorso un documento vaticano è infine arrivato a dire: «Il fatto che gli ebrei abbiano parte alla salvezza di Dio è teologicamente fuori discussione, ma come questo sia possibile senza una confessione esplicita di Cristo è e rimane un mistero divino insondabile».
Che bello, Signore,
vedere “sovrintendenti” (epìskopoi, in greco)
riconoscere di non controllare tutto.
Salvezza è quando prese di possesso si sciolgono.
Quando non siamo più “altri” di nessun “altro”.
E «non c’è chi insegni» il perché.

Antonio Pinna
(salmista di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

Anime salve (1996) di Fabrizio De Andrè

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