Quando leggono in chiesa il brano cosiddetto della Samaritana (Vangelo di Giovanni, cap. 4), i cattolici romani, frettolosi e pieni di loro teologia, trascurano la regola elementare che un racconto si comincia a leggere … dall’inizio: Gesù letteralmente fugge da un posto dove si stanno diffondendo voci false di concorrenza su un suo “di più” di successo profetico rispetto a Giovanni il Battista. «Doveva» capitare, però, che per tornare in Galilea Gesù programmi di passare per un altro territorio da sempre in concorrenza religiosa con la Giudea che sta lasciando, e attraverso il quale egli sa che può solo «passare». A meno che capiti anche, per caso, che… Stanco per il viaggio, egli è seduto presso il pozzo di Giacobbe, ma non ha di che attingere e aspetta che i suoi discepoli tornino dal paese vicino con una provvista di cibi. Ed ecco capita, per caso, che, nell’ora più calda del giorno, una donna samaritana viene per attingere… Da quelle parti, un uomo non si intrattiene, di per sé nemmeno oggi, a parlare in pubblico con una donna, e poi, “di più”, non esiste proprio che uno di Giudea possa parlare con una di Samaria… e, “di più”, basterebbe aspettare un po’ e “i suoi” arriveranno … Ma “il fatto è” che Gesù ha sete, ha talmente sete… «Donna, dammi da bere».
Quella tua povera domanda da bambino assetato
cancella, Signore, ogni concorrenza religiosa,
ogni corsa a prudenze e perfezioni dei “di più”.
I bisogni non sono tentazioni,
da vincere inseguendo “di più”, a escludere.
In te sono futuro, a partire dai “di meno”, a includere.
«Ho sete», come alla donna a Dio
dirai ultime tue parole sulla croce:
«per compiere ogni cosa».
Solo prendendo sul serio la tua sete,
fino alla fine, Signore,
tu sei per noi sorgente d’acqua che zampilla.
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
COGLI L’ATTIMO
La canzone fa parte della colonna sonora del film, uscito lo stesso anno, Pensavo fosse amore… invece era un calesse, diretto e interpretato da Massimo Troisi