Ore 6.40, Fiumicino, aeroporto: missione compiuta. Alvin, undici anni, il bambino che sua madre voleva trasformare in un piccolo combattente per la jihad, è atterrato su suolo italiano, è a casa.
Burrumballa, non è termine africano.
Nemmeno suono onomatopeico di bomba
a far strage.
Burrumballledda, per dire spiccioli d’uomo.
Per chi parla campidanese in Sardegna,
il termine ha il sapore di una sostenibile e affettuosa
leggerezza dell’essere.
Un sorriso di Dio per abbondanza di seme.
Come arrivare a pensarli seme di morte?
Jalla, aió, burrumballa di Dio!
Germogli rispuntano dal resto dei tronchi.
Antonio Pinna
Salmista ad Aristan
il bambino che sua madre voleva trasformare in un piccolo combattente per la jihad (da SALMO 214 BURRUMBALLA – Editoriale di Antonio Pinna)