Salmo 235 TASCHE PIENE DI “TUTTO ANDRÀ BENE”


Editoriale del 4 aprile 2020

 

Quando tutto finirà, e nel tempo in cui tutto non finirà, vorrei che preti e vescovi che sono andati in streaming, da stanze asettiche, a dire e ripetere che “andrà tutto bene”, apparissero senza streaming a dire ai vivi e ai loro morti cosa invece non è andato bene, a cominciare appunto da queste dichiarazioni buoniste, ansiose di apparire come giusta risposta.

Ora, se c’è una cosa che non fa parte della “vocazione cristiana” è proprio quella di voler far credere di avere sempre la risposta che ci vuole. Al contrario, fa parte della vocazione cristiana il non essere capaci di spiegare cosa accade e perché, ma solo gridare il lamento con chi grida il suo lamento. Questo mi pare che ha fatto un Figlio di Dio che ha vissuto la vita dei Figli dell’uomo, e l’ha vissuta «fino alla fine»,

 

su una croce preparata proprio da chi,

capo religioso, diceva

che così tutto sarebbe andato bene,

perché “è meglio che uno muoia per tutti” (Gv 11,50).

Così anche oggi, alcuni sono morti per tutti.

Senza comodi streaming.

E come allora, se “tutto andrà bene”,

non sarà quello che i buonisti pensavano.

 

Antonio Pinna

Salmista ad Aristan

Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)

 

Quando tutto finirà, e nel tempo in cui tutto non finirà, vorrei che preti e vescovi che sono andati in streaming, da stanze asettiche, a dire e ripetere che “andrà tutto bene”, apparissero senza streaming a dire ai vivi e ai loro morti cosa invece non è andato bene (da Salmo 235 TASCHE PIENE DI “TUTTO ANDRÀ BENE” – Editoriale di Antonio Pinna)

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