Salmo 249 PROFETI GENETICAMENTE MODIFICATI


Editoriale del 11 luglio 2020

 

Mi chiedo sempre di più come sia stato possibile che nella storia sia apparsa una religione che crede in un Dio che ama questa umanità. Me lo chiedo mentre tutti si chiedono e si rispondono se e come il virus di turno ci abbia cambiati. Sono stupito a vedere come si sono moltiplicati i profeti: profeti scienziati e profeti religiosi; profeti che si autorizzano per la loro “specializzazione” profana o sacra, e profeti che, come l’antico Amos, “pastore e coltivatore di sicomori”, credono di poter parlare senza essere mai stati profeti o figli di profeti. Un tempo, la mancanza di profeti era giudicata un castigo divino, oggi mi sembra che la loro inflazione sia la prova provata di una umanità che si crede autorizzata a parlare solo se odia qualche suo “simile” da cui si pretende diverso.

Ovviamente, come sempre nella storia, si pone il problema dei veri e dei falsi profeti. Oggi, non mi resta che pensare che il vero profeta non è chi parla e straparla, ma chi ascolta e, nonostante tutto, ascolta con rispetto, con criterio e con lungimiranza, in una parola, con uno sguardo sulla storia più lungo di un twit.

 

E mi ricorda gli antichi consigli con cui Paolo terminava la sua prima lettera a noi pervenuta, lui, uomo all’incrocio di diverse culture, ebraica greca e romana. Da notare che li dice in versi ritmati, lui che aveva studiato all’università di Tarso e si vantava di avere la cittadinanza romana. Vista il primo consiglio posto a premessa da Paolo, li dedico ai (non) profeti arrabbiati di oggi:
«Sempre siate lieti (sic!),

[…] lo Spirito non spegnete,

le profezie non disprezzate,

ogni cosa vagliate;

ciò che è buono tenete,

da ogni specie di male astenetevi».

 

Antonio Pinna

Salmista ad Aristan

 

https://youtu.be/ngEJ0mYrXek

Sono stupito a vedere come si sono moltiplicati i profeti: profeti scienziati e profeti religiosi; profeti che si autorizzano per la loro “specializzazione” profana o sacra, e profeti che, come l’antico Amos, “pastore e coltivatore di sicomori”, credono di poter parlare senza essere mai stati profeti o figli di profeti (da Salmo 249 PROFETI GENETICAMENTE MODIFICATI – Editoriale di Antonio Pinna)

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