«Ogni cosa è del tutto incerta, ed è proprio questo che mi rassicura». Per quanto possa sembrare strano, questa frase della scrittrice svedese Tove Jansson è contenuta in un libro adatto per bambini di nove anni. Educare all’incertezza in un tempo in cui tutto è calcolato in anticipo, ogni scelta trova un consiglio sicuro su qualche app e ogni dubbio trova una soluzione nascosta in qualche angolo di google?
Eppure, dopo la scoperta del principio di indeterminazione di Heisenberg dovrebbe venire il sospetto che la realtà subatomica è lì a dirci come stanno nel piccolo le cose anche quando appaiono grandi, e gli antropologi anch’essi sono arrivati a spiegarci che le situazioni di incertezza hanno segnato i salti evolutivi che ci hanno reso diversi dagli animali.
Incertezza, allora, come porta di libertà, di fantasia, di creatività? Controprova: solo a guardare il paesaggio ecclesiastico, i ricercatori di certezze in coperte di Linus portatili non sembrano davvero creatori di futuro.
E mi ricordo, Signore, la tua risposta
a uno scriba abituato a possedere certezze:
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Matteo 8,20).
Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)
“Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.”
Da Salmo 300 INCERTEZZE EVOLUTIVE E CERTEZZE INVOLUTIVE – Editoriale di Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)