Posti dal Califfato a scegliere tra conversione all’islam, perdere tutto o morire, son rimasti cristiani e, costretti a fuggire, hanno perso casa e beni. Nella diocesi di Erbil dove sono rifugiati, per due domeniche (una era troppo poco) hanno raccolto 20 mila dollari per i senza casa del terremoto in Italia. A un giornalista italiano che chiedeva loro il perché, hanno risposto «Chi soffre, sa. Voi ci avete aiutati. Anche il nostro poco vi aiuterà».
Una storia tra le tante. Bashar Majid e Ragat, marito e moglie, hanno impiegato 13 ore a raggiungere Erbil la notte della fuga. Per tutto il tempo la figlia più piccola, un anno e mezzo, ha pianto. Una foto della loro bambina è arrivata anche sulla scrivania di papa Francesco. Commenta Majid: «Le cose materiali si possono riavere, ma la casa tua e dei tuoi avi, perduta, è molto più di un cumulo di mattoni. Eppure questo esodo è stato per noi come quello degli ebrei nella Bibbia. Grazie a Dio avremo molto più di quello che abbiamo perso. Adesso abbiamo una comunità che prima non avevamo, e Dio trarrà altri frutti dal nostro sacrificio. Noi siamo come le olive: quando sono schiacciate, danno buon olio». (Da ‘Tempi’, 18 aprile 2016).
Ricordo quando mancavano cinque giorni, Gesù, alla tua Pasqua.
Eri sulla spianata del tempio
e avevi appena messo in guardia dai dottori in religione:
«Divorano le case delle vedove – dicevi –
e per farsi vedere fanno lunghe cerimonie».
Poi una vedova povera vedevi, due monetine gettando nelle offerte,
e ai discepoli dicevi:
«Li vedete, molti del loro superfluo stanno dando.
Questa vedova, invece, tutto quanto aveva ha gettato,
tutta la sua vita». [Marco 12,38-44]
Solo tu t’eri accorto, Signore, del segreto della vedova,
e come quella donna già ti vedevi, sotto luna d’esodo,
oliva pressata anche tu
nel campo detto oggi ancora del Getsemani,
il Campo del frantoio.
«Siamo proprietari di quello che diamo; il resto ci sarà tolto» (dal Postscriptum in una lettera del 1917 di P.Manzella a una ragazza, Esterina Lecis, appena diventata Suora del Getsemani, dove le diceva ciò che conta “in religione”).
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
«Siamo proprietari di quello che diamo; il resto ci sarà tolto» –
(da Salmo 58 COME OLIVE IN CAMPO DI FRANTOIO editoriale di Antonio Pinna)
Che cosa resta (Que reste-t-il de nos amour – Charles Trenet e Gesualdo Bufalino) cantata da Franco Battiato