Dire un salmo sulle urla («Via i negri, alloggi agli italiani») che hanno tolto casa a una famiglia legittima assegnataria in condominio ma di origine straniera? Lascio questo “instant psalm” nel silenzio del ricordo natalizio di una partoriente in viaggio, per la quale non c’era posto a partorire se non nel retro di una stalla.
Nel mentre, leggo Stephen Hawking: «Forse fra qualche secolo avremo creato colonie umane fra le stelle, ma in questo momento abbiamo un solo pianeta, e dobbiamo lavorare insieme per proteggerlo. Per farlo è necessario abbattere le barriere, non costruirle. Se vogliamo avere una possibilità di riuscirci, è indispensabile che i leader mondiali riconoscano che hanno fallito, […] che imparino soprattutto una certa umiltà» [The Guardian e Repubblica 7 dic.].
Per leader mondiali io intendo qui tutti quelli che sono, o aspirano a essere, in una qualche posizione di potere, e che in nome di Ragione o di Religione o di Maggioranza credono “unica” la loro soluzione, salvo poi stupirsi che ci sia ancora e sempre gente che non la pensa come loro. Così i “leaders di potere”, reale o desiderato, fanno alla fine solo quello che subito gli riesce: sprecano aggettivi di Ragione o Maggioranza a squalificare, in questo mondo, e accumulano condanne di Religione a escludere, nell’altro mondo, dove qualcuno si anticipa già eterna e paradisiaca Maggioranza, libera in via definitiva da un’altrettanto eterna e infernale minoranza (a maiuscola e minuscola istituite).
Rileggo le parole strappate con miracolo di tecnica al silenzio di Stephen Hawking, per capire il senso dell’umiltà da lui richiesto a tutte le élites, compresa la sua, «da Londra a Harvard, da Cambridge a Hollywood».
E mi ricordo, Signore, i tuoi discepoli:
escludevano quel giorno chi non era con loro
e tuttavia faceva quel che a loro non riusciva (cf Marco 9,38-41).
Ma superando le tue stesse parole su chi è “per” e su chi è “contro”,
tu aggiungevi la comune sete a unire chi ha l’acqua e chi non l’ha,
e non dimentico di un bicchiere d’acqua dato e ricevuto
sognavi “maggioranze” e “minoranze”, democrazie di potere e chiese di sapere,
trasformate in “comunione”.
Cosa sognavi, Signore, con una donna al pozzo e sulla croce a Dio
gridando la tua sete?
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
leggo Stephen Hawking: «Forse fra qualche secolo avremo creato colonie umane fra le stelle, ma in questo momento abbiamo un solo pianeta, e dobbiamo lavorare insieme per proteggerlo. Per farlo è necessario abbattere le barriere, non costruirle. Se vogliamo avere una possibilità di riuscirci, è indispensabile che i leader mondiali riconoscano che hanno fallito, […] che imparino soprattutto una certa umiltà
(da Salmo 63 SOGNI IN UN BICCHIERE, editoriale di Antonio Pinna)