SALMO n 7. ASCOLTANDO TE, PAROLA ALTRA…


Editoriale del 14 novembre 2015

Secondo uno studio condotto in sei paesi stranieri, dal Canada al Sudafrica, su un campione di 1170 bambini quelli non credenti si sono dimostrati più generosi e meno severi dei credenti. Secondo un altro studio più vicino a noi, i giovani di un seminario regionale italiano, dopo quasi dieci anni di formazione religiosa non mostravano di aver raggiunto alcun particolare traguardo di maturità rispetto a giovani senza altrettanta formazione.
Dostoevskij, nella Leggenda del Grande Inquisitore, ha rappresentato il deragliamento di una religione quando vuole diventare struttura efficiente con vagoni-tentazione di miracolo, mistero e potere.
Niente di indiscutibile, ma mi trovo a pensare che ci sia un certo vantaggio a leggere con ateo disinteresse, o interessato solo alle regole del senso, i “testi sacri” che i religiosi leggono con interessi molto predicati.
 
Ascoltando te, Parola altra, saprò io ridire
parole libere a creare e nascere,
parole umane fatte forse anche divine
in rinnovati principi di parola?
Come all’alba sul mare una mattina in Galilea,
contando e ricontando parole e pesci dopo notti vuote,
parole e silenzi a riconoscere in volti ritrovati.
(cf Vangelo di Giovanni, capitolo primo e ultimo)

Antonio Pinna
(salmista di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

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La leggenda del grande inquisitore da I fratelli Karamazov (1969) diretto da Sandro Bolchi con Umberto Orsini

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