Salmo 74 UNIRE I DIVERSI, DIVIDERE I SIMILI


Editoriale del 25 febbraio 2017

«Unire i diversi è meglio che dividere i simili»? Ascolto questa frase da una rassegna stampa, mentre, sullo sfondo della cronaca di partiti che si dividono o uniscono, pensavo al “mistero” principale del cristianesimo, la Trinità, l’incomprensibile di come un “Dio Uno” possa essere un “Dio Tre Persone”, in uguaglianza e distinzione.
Unione di diversi, divisioni di simili: storie di nazioni, storie di chiese. Storia della vita, in fondo, che nasce e rinasce, in biologia, o per scissione di un identico (vita da amebe) o per unione di diversi (vita da maschio e femmina). Lascio ai biologi precisazioni e sviluppi, ma tra i due modi mi sembra ci sia una specie di nostalgia reciproca di un unico principio comune. Una specie di sogno, come diceva Erich Fromm: «un sogno è come un microscopio attraverso il quale osserviamo gli avvenimenti nascosti nella nostra anima». E paradossalmente, quando il sogno si avvia al reale, l’identico vince diventando l’uniforme, mentre il diverso perde diventando il disturbo, e la nostalgia di un comune principio diventa, di volta in volta, accusa sopraffazione esclusione. Non c’è ordine o congregazione religiosa che prima o poi non si sia divisa o suddivisa, con reciproche accuse di infedeltà al fondatore.
Quando il sogno diventa istituzione-monumento, vi trova la sua tomba.

Comodo, dunque, parlare di Trinità come mistero incomprensibile,
perché il mistero diventa la scusa buona per non imparare
come fare unità rispettando le differenze.

Facci pregare come tu pregavi, Signore, la sera della soglia:
«Che tutti siano una sola cosa, come noi siamo una sola cosa:
io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
e il mondo conosca… » (Gv 17,22).
Ma che cosa avranno da far conoscere al mondo, Signore,
i tuoi fratelli e sorelle credenti,
se non imparano
come essere uniti senza essere uniformi,
come essere diversi senza essere esclusivi?

Impareremo mai, Signore, che essere creati a immagine di Dio
non è una cosa già fatta, non è mistero spiegato da teologi-antropologi,
ma è compito e scelta, e, se vissuta e gustata,
tanto miracolosa da essere grazia.

Antonio Pinna
(salmista di Aristan)

Comodo, dunque, parlare di Trinità come mistero incomprensibile
Lo chiamavano Trinità… (1970) diretto da E.B. Clucher, con Terence Hill e Bud Spencer

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