Sogni di ripopolamento? Per l’Orsa uccisa in Trentino qualcuno ha parlato di “omicidio” e di “assassinio”. Quel qualcuno, in alcuni casi, era nel medesimo tempo contrario a salvare i profughi nel mare. In risposta, qualcun altro ne ha fatto una questione di lingua e, in fondo, di graduatoria in “dignità”, perché l’uomo è “uomo” e l’animale è “animale”.
Lasciando la cronaca alla cronaca, mi son ricordato della domanda del Petit Prince alla volpe: «Cosa vuol dire addomesticare?». La risposta cominciava dicendo: «È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”…». E continuava: «Tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…».
Ma arrivano gli studi di paleoantropologia a ricordarci che la cosa «da molto dimenticata» è meno coinvolgente di quanto pensava Saint-Ex: le addomesticazioni, ci dicono, sono nate da interessi di supremazia e di sfruttamento, in origine dell’uomo sugli animali, poi dell’uomo sull’uomo, e sarebbe già cominciata la terza “domesticazione”: quella del computer sull’uomo. Le cose non cambiano di molto se, con Girard, si pensa che l’uomo ha cominciato ad addomesticare, ad esempio gli agnelli, per avere una vittima da offrire in sacrificio alla divinità.
E mi ricordo allora di un altro Petit Prince,
del «piccolo fanciullo» del profeta
a guidare vitello e leoncello insieme,
del «lattante» a giocare sulla buca della vipera,
e, già sazio, allungar la sua mano nella tana del serpente. (Is 11)
Nel sogno del profeta, come dello scrittore,
nessuno spazio per sopraffazioni e sfruttamenti.
Ma è sogno solo di chi ci guadagna il colore del grano
e le parole sussurrate dal vento.
Antonio Pinna
(salmista di Aristan)
Lasciando la cronaca alla cronaca, mi son ricordato della domanda del Petit Prince alla volpe: «Cosa vuol dire addomesticare?» (da SALMO 99 Convivenze da sogno, editoriale di Antonio Pinna)